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  “Il lavoro che vogliamo. Libero, creativo, partecipativo e solidale”

Data di pubblicazione: Mercoledì, 15 Novembre 2017

TRAGUARDI SOCIALI / n.86 Novembre / Dicembre :: “Il lavoro che vogliamo. Libero, creativo, partecipativo e solidale”

A Cagliari la 48a Settimana sociale dei cattolici italiani

“Senza lavoro non c’è dignità (…) ma non tutti i lavori sono degni.
Ci sono lavori che umiliano la dignità delle persone (…). Offendono la dignità del lavoratore anche il lavoro nero, quello gestito dal capolarato, i lavori che discriminano la donna e non includono chi porta una disabilità. Anche il lavoro precario è una ferita per molti lavoratori, che vivono nel timore di perder la propria occupazione (…)”: sono parole forti quelle lanciate dal Santo Padre nel video messaggio rivolto al migliaio di partecipanti alla 48a edizione delle Settimane sociali, che si è svolta a Cagliari dal 26 al 29 ottobre. E ancora: “Precarietà totale. Questo è immorale. Questo uccide: uccide la dignità, uccide la salute, uccide la famiglia, uccide la società. Il lavoro nero e il lavoro precario uccidono (…). La dignità del lavoro è la condizione per creare lavoro buono. La dignità e le tutele sono mortificate quando il lavoratore è considerato una riga di costo del bilancio, quando il grido degli scartati resta ignorato. A questa logica non sfuggono neanche le pubbliche amministrazioni (…). Nulla si anteponga al bene della persona e alla cura della casa comune, spesso deturpata da un modello di sviluppo che ha prodotto un grave debito ecologico.
L’innovazione tecnologica va guidata dalla coscienza e dai principi di sussidiarietà e di solidarietà”. Parole che pesano come pietre, pronunciate nell’ambito di una Settimana sociale che ha messo al centro il tema del lavoro con un titolo significativo e provocatorio: “Il lavoro che vogliamo.
Libero, creativo, partecipativo e solidale”.
Le parole pronunciate, o meglio gridate, dal Papa nel suo video messaggio danno la prospettiva non solo dei giorni trascorsi a Cagliari, ma soprattutto del futuro. Affermare che il lavoro cattivo uccide e che non c’è lavoro buono che non parta dalla dignità della persona; affermare che il lavoro è relazione che investe lavoratori, imprenditori, famiglie e tutta la comunità; affermare che senza lavoro non c’è dignità e che non tutti i lavori sono dignitosi, significa indirizzare verso una prospettiva ben precisa lo sguardo di chi vive nel mondo del lavoro. E, allo stesso tempo, chiede anche la concretezza necessaria a testimoniare, attraverso le opere, questa tensione. Dopotutto è questa la novità di questa Settimana sociale, come Mons. Filippo Santoro - presidente del Comitato scientifico e organizzatore - ha sottolineato nelle sue conclusioni: la volontà di partire dal basso mettendo in comune le buone pratiche emerse attraverso il programma ‘Cercatori di LavOro’.
Non si può certo dimenticare il cammino che ha portato a questa Settimana Sociale, un cammino che per il Movimento Cristiano Lavoratori è stato lungo e intenso, tra la ricerca delle tante buone pratiche e i momenti di approfondimento a livello nazionale (come la Winter School di Brescia e il convegno di studi di Senigallia) e anche locale. La serietà dell’impegno in questo cammino racconta il desiderio di essere con quanti hanno a cuore il bene comune per fare in modo che il lavoro sia il primo fattore di sviluppo umano, sociale, economico e politico. Senza dimenticare, insieme al lavoro il valore del riposo, come ha fatto il presidente della CEI, Card.Gualtiero Bassetti, e della domenica come giorno di riposo.
A Cagliari è stato possibile rendersi conto della ricchezza presente nel nostro Paese (a partire dalle grandi organizzazioni del mondo del lavoro) che rappresenta un segno di fermento capace di risvegliare una società sempre più assopita dal catastrofismo della violenta retorica del declino. Perché lanciare le giuste richieste alla politica non basta, non può bastare in un contesto deteriorato come questo.
Il dialogo con le istituzioni italiane ed europee è fondamentale e necessario, per questo è stato importante lasciare nelle mani del Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e del Presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani, le proposte emerse dalla Settimana Sociale. Ma non può bastare. Occorre un impegno concreto, giorno per giorno, di tutti quelli che hanno a cuore il bene comune perché troppo è in gioco, come ha ricordato il Santo Padre.
Non si tratta di contrapporre ideologia ad ideologia, ma di mostrare un modo diverso di essere, di lavorare, di prendersi cura, di costruire e vivere le relazioni interpersonali e sociali. Una strada lunga, fatta di passaggi concreti come la prossima finanziaria o le elezioni che ci attendono, fatta dell’impegno quotidiano nei circoli e dalla tensione della presenza in ogni ambito del contesto sociale. Perché, come ha affermato il presidente MCL, Carlo Costalli, intervenendo a Cagliari: “Di fronte alla pericolosa caduta di ogni tensione ideale che caratterizza il nostro tempo, segnato dall’ossessiva aspirazione al benessere effimero e dall’edonismo, siamo chiamati con lucidità e realismo a coltivare la speranza. Un’economia globale, cioè senza barriere, non deve diventare un’economia senza regole, senza attenzione all’occupazione, alla disoccupazione, ai disagi delle persone e delle famiglie”.

Giovanni Gut
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