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  L’Udienza speciale di Papa Francesco al MCL: intervista a Mons. Francesco Rosso

Data di pubblicazione: Domenica, 7 Febbraio 2016

TRAGUARDI SOCIALI / n.76 Gennaio / Febbraio 2016 :: L’Udienza speciale di Papa Francesco al MCL: intervista a Mons. Francesco Rosso

“Un Movimento in cammino, un’esplosione di gioia”

Dici Mons. Francesco Rosso e ti viene subito in mente Don Checco – come tutti siamo abituati affettuosamente a chiamarlo – e la sua verve allegra e garbata. Una vita spesa nell’impegno sacerdotale e sempre con un occhio attento al MCL, di cui segue e accompagna i passi fin dalla sua fondazione.
Con Don Checco abbiamo parlato dell’Udienza speciale al MCL con Papa Francesco, tenutasi lo scorso 16 gennaio.

Mons. Rosso, lei ha vissuto in prima persona il cammino del Movimento, accompagnandoci con affetto da più di 40 anni. Un Movimento di cui è stato a lungo assistente ecclesiastico nazionale, oltre che un fine e attento conoscitore, quasi un Padre spirituale.
Se dovesse scattare una fotografia del MCL, cosa metterebbe a fuoco?


La storia di questo Movimento è riuscita sicuramente a dare visibilità e motivazioni alle ragioni per cui il MCL è nato, sia per il cammino formativo sia per l’ispirazione: un percorso che ha fatto diventare il MCL un punto di riferimento e una presenza seria e serena all’interno della società. In questo cammino ci siamo lasciati ispirare dalla DSC, dal Magistero della Chiesa e, soprattutto, dalla parola di Dio.
Val poi la pena sottolineare l’intelligenza di essere riusciti a metterci a disposizione del tempo: non ci siamo abbarbicati al passato ma abbiamo fatto sì che la storia diventasse un punto di partenza per incontrare la società e l’uomo, sempre cercando di capire quale impegno il Movimento doveva profondere nel susseguirsi degli anni per poter offrire opportunità di impegno, oltre che di appartenenza e testimonianza cristiana.
C’è un’altra cosa che vorrei mettere a fuoco: l’attenzione al mondo giovanile. Come pure a chi cammina ogni giorno con le proprie titubanze, sofferenze e gioie. Tutto questo ho cercato di riassumerlo nell’immagine di Emmaus, che per tanti anni ho riproposto: l’immagine di un Gesù che accompagna i due discepoli, pur con le loro incertezze. Ecco, il Movimento è un ‘accompagnatore’ di ciascuno, per aiutarci a rivisitare noi stessi ma anche a rivederci alla luce della speranza cristiana. E’ il nostro impegno di viandanti: siamo in cammino e da soli molte volte non riusciamo a vedere la luce, abbiamo bisogno di chi è luce. Cristo risorto è la nostra luce: così illuminati continuiamo a camminare.
La parola stessa “movimento” esprime un concetto non statico ma dinamico.

L’Udienza Speciale con Papa Francesco, lo scorso 16 gennaio, ha segnato un passaggio storico, che sugella l’abbraccio che ha sempre legato il MCL ai Pontefici dal 1972 a oggi. Cosa rappresenta storicamente l’Udienza speciale con Papa Francesco, che cade in un tempo straordinario come questo del giubileo della misericordia?

Trovo molto bello il legame con la Chiesa, che abbiamo scelto di coltivare in quanto cristiani nel mondo del lavoro, fin dai tempi della nostra nascita: è la nostra strada maestra. Abbiamo trovato in Paolo VI il Papa che, per così dire, ha sollecitato il nostro Movimento, chiedendo che fosse aiutato e seguito in modo particolare.
Siamo andati più volte da Giovanni Paolo II: e sempre Egli è stato per noi stimolo e riferimento. Ma anche l’incontro con Benedetto XVI è stato bellissimo: direi quasi un supporto e un richiamo da parte del Papa al Movimento perché continuasse la tensione verso i problemi del lavoro. Con la sua gentilezza, la sua delicatezza, la sua meravigliosa attenzione verso di noi, anche attraverso i suoi silenzi.
Quanto all’incontro con Papa Francesco è stata un’esplosione di gioia! Papa Francesco ha fatto il punto sulle problematiche del lavoro: il lavoro umano, il lavoro dei giovani, il lavoro che non può essere sfruttamento né frutto di raccomandazioni, il lavoro che fa crescere l’uomo.

Educazione, condivisione e testimonianza: in queste tre parole chiave il compito che Francesco ha affidato al MCL.
Vuole darci qualche indicazione sulla strada da percorrere?


Ci sto riflettendo seriamente… in realtà questo è il nostro programma attuale! La formazione, l’educazione, sono l’attenzione primordiale del Movimento. Insisto: l’educazione, non solo per i giovani ma per tutti, ci consente di metterci in sintonia con i bisogni della società. Educarci all’ascolto per poter essere educatori a nostra volta. Educazione è attenzione alla parola, a Dio che parla.
La condivisione: il Papa ha una grande attenzione ai poveri. Tra le beatitudini la prima povertà è la povertà dello spirito. L’impegno che dobbiamo profondere è condividere le difficoltà di chi ci sta a fianco.
Ma la condivisione si traduce anche in testimonianza: siamo chiamati a dare visibilità alla speranza e la testimonianza è alimentata e nutrita dalla parola di Dio e dall’ascolto. Poi c’è la testimonianza associativa: in un mondo di difficoltà oso dire che il nostro Movimento ha la possibilità di dare visibilità a quelle cose per le quali si è messo insieme più di 40 anni fa, ponendosi al servizio della società per capire in che modo rispondere alle tante, pressanti esigenze.

L’Udienza del 16 gennaio è stata accolta dall’entusiasmo degli iscritti MCL, che in massa hanno voluto partecipare all’abbraccio con Papa Francesco. Una presenza straripante, tanto che in molti non sono riusciti neppure ad accedere alla Sala Nervi, alcuni anche con non pochi disagi.
Vuole dire qualcosa a coloro che sono rimasti in piazza San Pietro?


Sono certo che al Papa è stato riferito della gente rimasta fuori, anche se non è dipeso dal Movimento: per essere accolti in Sala Nervi ci sono regole ferree, stabilite dalla Prefettura della Casa Pontificia e a queste regole ci siamo dovuti attenere. Si poteva avvertire? Sì, ma si sarebbe rischiato di fare delle discriminazioni decidendo a tavolino chi far entrare e chi no: chi è arrivato prima è entrato. E quando abbiamo raggiunto il numero previsto dalla Prefettura della Casa Pontificia si è chiuso l’accesso e gli altri purtroppo sono dovuti rimanere in piazza San Pietro. Voglio dire a queste persone che il loro sacrificio sicuramente darà frutto, questa sofferenza sarà presa in considerazione, e non solo dal Signore…
Nonostante i disagi una cosa è certa: abbiamo ascoltato ciò che il Papa ha detto. E forse coloro che erano in piazza, e seguivano con mille difficoltà dai maxischermi, hanno ascoltato con ancora maggiore attenzione, per capire cosa il Papa voleva dire loro.
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