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  L’impegno del MCL nei Balcani

Data di pubblicazione: Venerdì, 6 Marzo 2015

TRAGUARDI SOCIALI / n.70 Febbraio / Marzo 2015 :: L’impegno del MCL nei Balcani

Dal Montenegro a Belgrado

Se al tempo della Jugoslavia il Montenegro rappresentava uno Stato tra i più piccoli della federazione - che, passando sotto diversi assetti istituzionali, governava il territorio occidentale della penisola balcanica -,oggi, mentre permangono difficoltà di ogni tipo, l’indipendenza raggiunta non ha ancora completamente favorito il ritorno al pieno dialogo con gli ex partner e, anche al suo interno, permangono grandi sfide e difficoltà democratiche.
Nei giorni scorsi, visitando Podgorica per un seminario promosso dal Mcl sulla delicata e attualissima questione dell’integrazione europea, è emerso con forza il sentimento di una profonda sfiducia: aleggia tra la gente comune, infatti, un sottile ma deciso pessimismo.
Tuttavia le aspettative della gente, della povera gente, seppur velate da sfiducia, nella sostanza sono ben ancorate al cambiamento che l’Ue rappresenta. Tutto questo ci rafforza nella convinzione che sia anche nostro dovere di Movimento cooperare per la possibile realizzazione di un processo di formazione della nuova classe dirigente anche nella società civile.
Sostenere e incrementare questo nuovo percorso è il filo conduttore di un costante lavoro che il Movimento porta avanti da circa vent’anni nell’area balcanica, da Sarajevo a Tirana, da Lubiana a Zagabria, da Podgorica a Belgrado. E proprio a Belgrado, dove dal 17 al 19 aprile prossimo il MCL promuove un seminario sul tema “Unione Europea e ampliamento nell’area balcanica, le sfide per una integrazione istituzionale e per la riconciliazione sociale”, si vivono le stesse problematiche e le stesse speranze.
La realtà è che non c’è ancora la vera e piena libertà di espressione e di stampa, mentre forme di censura o di auto limitazione riescono ancora a condizionare il pensiero ufficiale.
Questo già basta per rendere una corsa ad ostacoli la discussione sui Trattati Europei, discussione che si è aperta il 21 gennaio 2014 e che, ad oggi, non ha ancora raggiunto il consenso neppure su un articolo.
La sfiducia della gente è reale, le difficoltà sono grandi.Ma è proprio per questo che è necessario lavorare per sconfiggere le tentazioni antieuropeiste: i Paesi balcanici non hanno futuro al di fuori della prospettiva di integrazione nell’Ue.
Dalla libera circolazione delle merci e dei lavoratori a quella dei servizi e dei capitali, dalle regole sugli appalti al nuovo diritto societario, dal dialogo sociale alla sicurezza, notevoli sono gli sforzi ulteriori che vengono richiesti affinché il negoziato possa avviare il completamento dell’azione che è premessa per l’integrazione europea.
Se la storia della separazione tra Serbia e Montenegro fu, nel 2006, una complessa procedura referendaria, oggi la necessità di un più forte e concreto dialogo si fa urgenza e pilastro indispensabile per rafforzare la coesione sociale e sviluppare, dall’agricoltura all’industria, nuove opportunità di lavoro.
L’integrazione europea di questi due Paesi passa anche attraverso la ripresa tra loro di un vero dialogo sostanziale, politico, economico e sociale. Il dialogo sociale è infatti l’unica risposta possibile, l’architrave della coesione nei Balcani, l’unica via per plasmare il dibattito politico affinché le nuove relazioni industriali possano favorire la creazione di un’economia sociale di mercato dove la persona sia centro dell’interesse di tutti.
Il MCL, che da molti anni intrattiene col sindacato serbo indipendente Nezavisnost ottimi rapporti di collaborazione, soprattutto nel settore della formazione di quadri dirigenti, torna a Belgrado proprio per favorire questo dialogo tra tutti gli attori della società civile.
I rappresentanti di associazioni di sindacati liberi di tutta l’area ex jugoslava saranno coinvolti con noi in questa azione formativa che vuole significare, soprattutto, un gesto, un piccolo gesto di riconciliazione sociale.
Ritornare a parlare, dopo una guerra, e ancor di più parlare del futuro, è sempre una conquista importante.

Piergiorgio Sciacqua
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