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Stai sfogliando il n.34 Gennaio / Febbraio 2009
Riportare al centro le comunità
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Data di pubblicazione: Venerdì, 20 Febbraio 2009
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Carlo Costalli
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Diventa sempre più evidente che il territorio e la comunità locale si configurano, di fatto, come il principale, se non unico, punto di riferimento per il riconoscimento, la difesa e la riaffermazione della propria identità e della propria storia, cioè di quei valori fondamentali che sono alla radice e alla base di una comunità. Sono questi valori, concretamente incarnati nel territorio, nella storia e nella tradizione della propria comunità, gli unici valori in cui la gente è ancora oggi disposta a riconoscersi e per la cui difesa è disponibile a battersi e impegnarsi.
La riscoperta del territorio e dei valori comunitari
- nell’epoca della globalizzazione, i cui effetti, non solo necessariamente positivi come fino a poco tempo fa si affermava, sono ormai resi a tutti evidenti anche dalla gravità della crisi finanziaria che ha colpito l’economia mondiale
- è da considerarsi un momento fortemente positivo sul quale può essere ricostruito, in Italia, un nuovo senso di appartenenza alla comunità nazionale, una nuova assunzione di responsabilità e di doveri. Ed è in questo senso e per queste ragioni che noi abbiamo da sempre guardato con attenzione e simpatia ad una evoluzione in senso autenticamente federalista e solidarista dello Stato italiano.
Un movimento come MCL, ecclesiale e sociale, che mantiene saldamente a proprio punto di riferimento e metro di valutazione la Dottrina Sociale della Chiesa, non può che riconoscere nella riscoperta del territorio e nel suo ritornare prepotentemente centrale nell’attenzione della gente e, diciamolo, anche nell’elaborazione culturale, un’evoluzione di pensiero e di sensibilità che contiene presupposti estremamente positivi. Le scelte politiche e sociali ispirate alla Dottrina Sociale della Chiesa sono naturalmente “scelte di popolo”: ed il concetto di popolo avanza, sempre, strettamente unito a quello di territorio.
E’ in questo contesto che il Movimento deve porsi la questione della propria struttura territoriale, del ruolo dei circoli, dei nuclei, delle Sedi, dei Servizi, e della loro crescita qualitativa e quantitativa. Deve porselo nella consapevolezza e nella convinzione di essere, proprio grazie ad essa, erede e custode di un grande patrimonio non solo organizzativo ma soprattutto ideale e culturale: un patrimonio che deve essere custodito e rafforzato, valorizzato e potenziato, e che si configura, soprattutto in un contesto come quello che abbiamo appena tratteggiato, come un’importante risorsa per la società italiana.
Il MCL, con la sua rete di circa 3000 circoli, nuclei e sedi dei servizi, presenti sull’intero territorio nazionale, rappresenta oggi una forza socialmente e culturalmente significativa che può e deve dare un grande apporto costruttivo per ricostruire quel tessuto di rappresentanza dei valori e di sintesi degli interessi legittimi del territorio, più che mai indispensabile nel momento in cui il Paese si trova a dover fronteggiare una crisi economica e sociale di enorme gravità.
I nostri circoli sono, e debbono diventare sempre di più, luoghi in controtendenza rispetto alla logica della “liquidificazione” della società e dei rapporti personali e comunitari. Sono e debbono essere sempre di più dei luoghi in cui si fa comunità. Dei luoghi in cui le persone e le famiglie possano incontrarsi, riconoscersi, parlare, coltivare interessi comuni, organizzare momenti ricreativi; affrontare in una logica di solidarietà, anche grazie ai servizi del Movimento, i numerosi problemi della famiglia, del lavoro e della vita di tutti i giorni; discutere i problemi reali del territorio e della comunità locale, dibattere ed approfondire le tematiche sociali e politiche, consolidare la propria formazione culturale e spirituale. Devono sempre di più diventare un momento centrale di partecipazione e di rappresentanza del territorio e dei suoi valori; di sintesi progettuale dei suoi interessi legittimi; di formazione sociale, culturale e politica, prevalentemente, in rapporto al territorio stesso.
E’ in questa logica che la presenza territoriale del Movimento deve essere consolidata, sviluppata e portata a sostanziale omogeneità qualitativa per dare il nostro contributo alla realizzazione di una società più solidale, più giusta, più equilibrata e più rispettosa del territorio: quel territorio dal quale traggono la propria linfa le radici cristiane dell’identità popolare dell’Italia e dell’Europa.
Presidente Movimento Cristiano Lavoratori) |
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