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Stai sfogliando il n.104 Dicembre 2021
 “Fedeli all’identità, il lavoro di costruire l’Europa”
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Data di pubblicazione: Martedì, 8 Marzo 2022
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Il saluto del presidente del Consiglio Generale MCL Piergiorgio Sciacqua
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Benvenuto tra di noi, Eminenza. Il suo è gradito ritorno: in questo anno è la terza volta che abbiamo occasione di incontrarla ufficialmente. Per noi è un grande piacere!
Il nostro Movimento, come sempre, nel suo agire sempre cerca la massima sintonia con la Chiesa italiana. Così, mentre si sono compiuti i passi d’avvio del percorso del Sinodo, noi ci siamo già posti in cooperazione nelle varie diocesi. Con il mio vescovo, che lei conosce bene, l’abbiamo fatto a Lucca in questi giorni, lunedì scorso. Credo che sia un dovere di un Movimento come il nostro, che comincia con questo Consiglio il cammino del cinquantesimo.
Un Movimento che nei suoi 49 anni di presenza ha voluto sempre interpretare quatto fedeltà fondamentali: ai lavoratori e al lavoro, alla democrazia, all’Europa e – dando significato e originalità a queste - alla Dottrina Sociale della Chiesa, come base primaria del nostro camminare. Noi dobbiamo evidenziare ancora il ruolo dei corpi intermedi, un mondo di cui noi ci sentiamo parte attiva, sia fondamentale. Con questa consapevolezza, continueremo ad essere a fianco ai lavoratori in una fase di grande trasformazione, in un momento in cui l’intelligenza artificiale mina alcune certezze e apre campi e prospettive non ancora chiare e identificate. Continueremo, poi, a lavorare per portare un contributo alla qualità della democrazia: il Papa lo ha detto chiaramente, ancora di recente ad Atene: la democrazia è malata, corre dei rischi. Abbiamo bisogno di un’informazione meno falsata e c’è bisogno di cooperare tutti insieme per rafforzare le nostre radici, che vengono dai tre colli più importanti del Mediterraneo bacino di storia: il Calvario, l’Acropoli e il Campidoglio. Colli che ci richiamano i valori spirituali, i valori della democrazia, i valori del diritto. In questo quadro alto e non ripiegato su noi stessi, quindi, continua l’impegno del nostro Movimento per superare i problemi che abbiamo e che affrontiamo senza nasconderli.
Un impegno che speranza praticata nel cercare di portare un contributo alla crescita dell’Unione Europea, non quella avversaria delle identità (pensiamo della carta che voleva neautralizzare il Natale ritirata in questi giorni), ma quella che vuole, nellnel solco dei suoi padri fondatori, sviluppare un processo virtuoso di “unità nelle differenze”. |
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