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  Seminario internazionale di studi organizzato a Dubrovnik da MCL, Eza e Napredak

Data di pubblicazione: Lunedì, 18 Novembre 2013

TRAGUARDI SOCIALI / n.62 Dicembre 2013 :: Seminario internazionale di studi organizzato a Dubrovnik da MCL, Eza e Napredak

Il dialogo sociale architrave per rafforzare la coesione sociale europea

Il dialogo sociale quale architrave per rafforzare la coesione sociale europea, anche nella prospettiva di un futuro allargamento dell’Ue ai Paesi dei Balcani occidentali, è stato il tema di un Seminario internazionale di studi che il MCL - in cooperazione con Eza e Napredak - ha promosso a Dubrovnik il 14, 15 e 16 novembre.
L’esperienza si colloca nel percorso che da molti anni vede il MCL promuovere - anche in questa area geografica a noi molto vicina - un più deciso sviluppo del dialogo culturale, interreligioso e soprattutto sociale.
Carlo Costalli nella sua prolusione, con cui sono stati aperti i lavori, ha sottolineato come “il ruolo dei sindacati e delle organizzazioni dei lavoratori assuma un aspetto fondamentale per contribuire alla formazione della nuova classe dirigente” ed ha soffermato poi la sua attenzione sul “ruolo della cultura che può favorire un dialogo più fruttuoso anche nella prospettiva di superare le difficoltà dei tempi e costruire un’Europa più sociale e più vicina alla gente”.
E’ in più Europa la soluzione e non la causa dei problemi. Durante i lavori del Seminario - cui sono intervenuti rappresentanti di lavoratori della Croazia, Bosnia Erzegovina, Italia, Montenegro, Serbia, Slovenia - è stata analizzata la situazione sociale dei diversi Paesi dell’ex Jugoslavia e in particolare si è registrato, oltre che un forte interesse per il destino dell’integrazione Ue, la preoccupazione per le sorti della democrazia che, soprattutto in Serbia e in Bosnia Erzegovina, deve ancora raggiungere quei livelli minimi che possono permettere un approccio con l’Ue più sicuro e veloce. Ad oltre vent’anni dalla pax americana, che ha chiuso formalmente la guerra nei Balcani occidentali e disegnato lo status attuale, è necessaria una reale partecipazione della popolazione alla gestione delle istituzioni statali nella libertà.
La corruzione come sistema per la gestione dello Stato e barriera contro la partecipazione reale della cittadinanza alla vita pubblica è stata il leitmotiv della comunicazione con la quale il Presidente del Sindacato Serbo Nezavisnost, Branislav Čanak, ha presentato le giuste aspirazioni della gente e gli ostacoli che si sovrappongono e impediscono oggi una più rapida chiusura della trattativa per l’adesione all’Ue che si è aperta recentemente e che deve superare numerosi ostacoli.
A Belgrado oggi “governano gli allievi di Milosevic” e la “corruzione regna” facendo delle parole il centro di “un sistema che ancora vive i riflessi di Tito” e che usa la propaganda per continuare a condizionare e governare una società che ancora non riesce a “separare i sogni (Kosovo) dalla realtà possibile (l’Unione Europea)”.
Il dialogo sociale anche in Bosnia Erzegovina vive grandi difficoltà per la debolezza strutturale delle istituzioni statuali.
Anche a Sarajevo il ruolo delle organizzazioni sociali e sindacali deve crescere per poter superare difficoltà grandi e compartecipare al superamento di una disoccupazione molto elevata, far crescere i salari medi che oggi si aggirano sui 200 euro.
La coesione sociale passa da un nuovo modo di esercitare il dialogo sociale ed è attraverso questa esperienza che, nella prospettiva europea, si può invertire la situazione presente oggi.
Anche in Croazia - nuovo ed ultimo Paese dell’Ue - il sindacato esprime gioia per la nuova realtà dentro l’Europa ma, dice Bozo Mikus dei sindacati indipendenti, la cultura social comunista plasma ancora
la società e impedisce una più forte coesione sociale: il dialogo sociale è ancora troppo debole e le condizioni dei lavoratori non sono ancora soddisfacenti.
L’Europa però viene vista come una grande speranza.
Ma la debolezza e le difficoltà non possono frenare un cammino che deve essere ancor più marcato nell’amicizia e nella collaborazione: questo è il senso dell’invito che Franjo Topic, presidente di Napredak, ha rivolto con grande passione a tutti.
Topic ha ricordato il ruolo svolto da Napredak durante la guerra di Sarajevo per non far cessare il dialogo: proprio questo sforzo è la premessa che oggi permette la speranza e fa intravedere segnali di ottimismo.
Tutti i partecipanti al Seminario hanno evidenziato come il dialogo sociale e interculturale siano il luogo dove è possibile trovare la risposta ai tanti problemi dei nostri tempi: anche nei Balcani Occidentali si deve trovare il modo di far governare un’autentica democrazia e insieme si potranno vincere la grandi sfide che abbiamo davanti. Gli intervenuti hanno sottolineato come la formazione e l’educazione rivestano il ruolo principale evidenziando anche il ruolo fondamentale della famiglia.
Proprio mentre si chiudeva il Seminario, nelle Chiese di Dubrovnik si pregava per un positivo risultato nel referendum che il 1° dicembre vedrà i Croati chiamati a sostenere il matrimonio tra un uomo e una donna.
La costruzione di una nuova Europa, più vicina alla gente, passa anche per appuntamenti come questo.

Piergiorgio Sciacqua
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