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Stai sfogliando il n.92 Gennaio / Febbraio 2019
Il Presidente della CEI incontra i vertici del Movimento
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Data di pubblicazione: Lunedì, 21 Gennaio 2019
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Bassetti al MCL: “Cattolici, facciamo rete e ripartiamo dalla DSC”
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In questa Italia dal territorio fragile, dove fragile è anche il cuore della gente - messa a dura prova da una realtà che fa paura e incattivisce -, occorre più che mai “ricucire, ricostruire” un tessuto sociale sano, che metta al centro la persona e i valori della solidarietà e il bene comune, ripartendo dal “fare rete” e dallo “sporcarsi le mani” in una politica che “oggi più che mai ha bisogno di progetti fatti bene”. Questo in buona sostanza il messaggio rivolto a tutto il mondo cattolico, che il Presidente della Cei, Cardinale Gualtiero Bassetti, ha rivolto dalla sede della Presidenza nazionale del MCL, dove si è recato nei giorni scorsi, ad appena una settimana dall’inizio del XIII Congresso Nazionale MCL, per incontrare i vertici nazionali del Movimento. Un incontro prezioso che, per volontà stessa del Cardinale si è tenuto sotto forma di dialogo aperto tra il Presidente della Cei e i dirigenti MCL. Un’occasione per fare il punto e ripartire insieme dai temi centrali di questo tempo: su tutti il lavoro (“la gente ha un disperato bisogno di lavorare”, in quanto è proprio nel lavoro che si esprime la dignità della persona). E poi la memoria dei valori che sono alla base del progetto europeo, come inizialmente voluto dai Padri fondatori: “l’Europa ha in sé le radici di un umanesimo cristiano” che va riscoperto affinché torni a essere “l’Europa dei popoli, la nostra casa comune”. E, ancora, i giovani: “dobbiamo fare in modo che i giovani tornino a innamorarsi del sociale”. Un percorso impegnativo che chiama tutti a un nuovo senso di responsabilità dell’essere cristiani oggi: “dobbiamo tornare a parlare di DSC, perché la fede non è un fatto privato ma va testimoniata”, ha detto. Parole incoraggianti quelle del Cardinale, in piena linea con quanto sostenuto dal Presidente del MCL, Carlo Costalli: “l’impegno dei cattolici serve. In tutti i campi. Ma soprattutto in quello della carità politica. Non può essere timido. Non può essere titubante né subalterno. Si tratta di vivere pienamente e concretamente la responsabilità della cosa pubblica, per salvaguardare e sviluppare i luoghi della partecipazione e del confronto, senza i quali non può esservi una vera democrazia”, ha detto. Insomma le linee sono tracciate. Ora, e già dal prossimo appuntamento congressuale, starà a noi rimboccarci le maniche. |
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