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  A Bologna una nuova sede del MCL

Data di pubblicazione: Giovedì, 15 Novembre 2018

TRAGUARDI SOCIALI / n.91 Settembre / Novembre :: A Bologna una nuova sede del MCL

Inaugurata alla presenza dell’Arcivescovo Mons. Matteo Maria Zuppi

Bologna ‘la dotta’ ha una nuova sede del Movimento Cristiano Lavoratori (in via Lame 112/F). La sede, di proprietà del MCL nazionale, ospita anche tutti i servizi del Movimento e il Cefa (la Ong di riferimento del MCL), ed è stata intitolata alla memoria del mai dimenticato Sen. Giovanni Bersani, scomparso ormai centenario nel 2014, il quale tanto di sé ha dedicato al Movimento (di cui è stato tra i padri fondatori) contribuendo anche, con il suo impegno nella vita politica italiana ed europea, a scrivere significative pagine della storia del cattolicesimo impegnato al servizio della comunità.
L’inaugurazione dei nuovi locali, con tanto di taglio del nastro, si è tenuta la sera del 31 ottobre alla presenza del Presidente Nazionale Carlo Costalli, del Segretario Generale Tonino Inchingoli, del Presidente MCL di Bologna Marco Benassi oltre che di numerosi componenti del Consiglio Esecutivo Nazionale MCL e dirigenti cittadini, di Mons. Giovanni Lanzoni, del Vescovo di Bologna Mons. Matteo Maria Zuppi, degli Assistenti Don Simone Nannetti e Don Enrico Petrucci.
“Ogni volta che si manifesta l’esigenza di aprire una nuova sede del Movimento, per noi rappresenta il riconoscimento del lavoro quotidiano dei tanti – operatori e dirigenti del Movimento - che si prodigano per gli altri ogni giorno: significa, in pratica, rispondere concretamente all’incoraggiamento che Papa Francesco diede al nostro Movimento, nell’incontro del 16 gennaio 2016 ‘Vi incoraggio a dare testimonianza a partire dallo stile di vita personale e associativo: testimonianza di gratuità, di solidarietà, di spirito di servizio’”, ha commentato con soddisfazione il Presidente Costalli, nel corso dell’inaugurazione dei nuovi locali.

Presentato a Bologna il volume “La strada di Giuseppe Fanin”

L’esempio ancora vivo di Fanin, a 70 anni dalla sua uccisione

La memoria di Giuseppe Fanin (1924-1948) – l’attivista cattolico fortemente impegnato nelle lotte sindacali agrarie del secondo dopoguerra e ucciso in un agguato da tre militanti comunisti, la sera del 4 novembre 1948 mentre rientrava a casa in bicicletta recitando il Rosario - ha sempre accompagnato il Movimento Cristiano Lavoratori nel suo percorso associativo, anche sulle orme dell’insegnamento di Giovanni Bersani: la figura di questo cattolico impegnato e attento al mondo del lavoro, ucciso a soli 24 anni, è rimasta sempre per noi un luminoso esempio da onorare, anche quando ciò significava andare contro corrente.
A questo giovane, che a caro prezzo ha pagato le sue convinzioni e che si è battuto con la sola forza delle idee, mostrandoci con la sua breve vita il modo giusto per un cristiano di essere dentro la società, il MCL ha dedicato nel tempo una serie di incontri di formazione, giornate di spiritualità, pellegrinaggi, convegni di studio, pubblicazioni, iniziative sociali. Tra queste iniziative l’ultima in ordine di tempo è stata la presentazione della ristampa del volume di Filippo Gasparrini: “La strada di Giuseppe Fanin”, presentato a Bologna in occasione dell’apertura della nuova sede del MCL (nella foto: un momento della presentazione del libro, alla presenza dell’Arcivescovo di Bologna, Mons. Matteo Maria Zuppi, e con il Presidente Costalli).
Convinto che nel mondo moderno solo un’azione svolta in gruppo, e organizzata, potesse incidere sulle strutture della società ed esercitare un ascendente sull’opinione pubblica, “Fanin con il suo sacrificio ci ha lasciato un patrimonio importante e noi siamo chiamati a raccogliere la sua impegnativa eredità non per rimanere fermi e ancorati al passato, ma per maturare giorno dopo giorno stimoli nuovi e motivazioni più profonde nel nostro impegno culturale e sociale”, come ha ricordato il Presidente del MCL, Carlo Costalli. “Perché - ha concluso - la figura di Giuseppe Fanin, nonostante i settant’anni trascorsi dal tragico giorno della sua scomparsa, rappresenta, ancora oggi, un patrimonio morale prezioso cui attingere per contribuire a costruire il futuro della nostra convivenza civile nel segno della libertà, del rispetto reciproco, del pluralismo e della solidarietà.
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