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  Ai cattolici il dovere di indicare la strada per “fare l’Europa”

Data di pubblicazione: Sabato, 17 Novembre 2018

TRAGUARDI SOCIALI / n.91 Settembre / Novembre :: Ai cattolici il dovere di indicare la strada per “fare l’Europa”

Per l’Europa un impegno necessario

Alle motivazioni storiche che spinsero i Padri fondatori ad avviare il progetto di integrazione europea, fondate sull’esigenza di una pace stabile che ponesse fine alle lunghe guerre civili europee, si aggiungono, oggi, ulteriori, determinanti ragioni.
Sul piano interno, più che le “regole” di accordi, peraltro denunciati dai sovranisti come troppo stretti, è la raggiunta interconnessione dei sistemi sociali ed economici europei che ci richiede un ulteriore passo verso l’unità politica. Il tempo del nazionalismo economico è definitivamente tramontato, così come di quello politico.
C’è un’Europa materiale fatta di convivenza e di integrazione rispetto alla quale non si può più tornare indietro.
Sul piano esterno, è la stessa politica delle due grandi potenze, Stati Uniti e Cina, che impone ai Paesi europei un’unità di intenti al fine di affrontare adeguatamente sia il mercantilismo di Pechino, sia gli effetti della strategia di scomposizione degli accordi internazionali e della scelta di negoziazioni bilaterali attuata da Washington.
La dimensione europea è indispensabile anche nell’intento di una visione internazionale che non ceda ad un’utopia globalista che restringa gli spazi del lavoro, dell’economia reale, per consegnare la società ad un mercato senza regole.
A fronte di questa rinnovata necessità dell’Europa, c’è l’evidenza di una crisi innestata dall’inadeguatezza e sostanziale fragilità istituzionale di apparati più tecnocratici che politici; dalle conseguenze di una lunga contrazione economica che riduce le sicurezze sociali dei ceti medi e fa crescere disuguaglianze e povertà; dalla perdita del peso regolatore della politica rispetto ai mercati, che si estrinseca nel ruolo “pervasivo” della finanza.
Da questo disagio nasce la prospettiva populista che si esprime soprattutto come negazione.
Ma l’Europa deve reagire poiché nelle elezioni di maggio sarà posta di fronte al dilemma se riprendere la sua strada politica oppure perire.
Occorre, per quanto ci riguarda, un rinnovato senso di responsabilità da parte di quella cultura politica che ha sempre ritenuto che l’Europa può esistere nella misura in cui si manifesti come entità storica cristiana.
Questa scelta si configura come un rilancio del popolarismo che ha avuto il merito storico di mettere da parte, definitivamente, i nazionalismi e di avviare il percorso politico, limitato poi dalle influenze funzionaliste. Oggi chi sente di appartenere a questa tradizione politica deve impegnarsi per contribuire a “fare l’Europa” e, come ha sottolineato il Presidente Costalli, “tornare a declinare parole come libertà, sussidiarietà, solidarietà, responsabilità, uguaglianza, giustizia, verità”.
Deve, dunque, tornare il linguaggio della politica e il senso di responsabilità, per il quale si è chiamati a compiere una scelta ed invitare altri a scendere in campo.
Come esprimere questo ritorno della politica?
Preparando un’agenda di impegni: una concezione sussidiaria della cosa pubblica per rendere protagonisti i corpi intermedi; una considerazione della famiglia come relazione e non come un aggregato anagrafico da assistere; la centralità del lavoro e non della finanza; la libertà di educare secondo le proprie convinzioni; il rispetto delle identità religiose; l’economica sociale di mercato; far coincidere il valore dell’accoglienza con l’osservanza della legalità; un ruolo centrale dell’Italia nel Mediterraneo; una comune politica estera e di difesa; il rafforzamento delle competenze del Parlamento europeo. E’ tempo di approfondire, elaborare e proporre con risolutezza un indirizzo politico che, oltre ai contenuti, recuperi, come indicato da Costalli “ruolo e spazio per un’area moderata–riformista” e che solleciti un “risveglio della società civile e del mondo cattolico organizzato”, attraverso suoi significativi esponenti. Rendendo evidenti anche in Italia le idee del popolarismo e l’appartenenza al PPE. Il cui Congresso a Helsinki ha riproposto, con forte valenza democratica, una candidatura al vertice della Commissione da sottoporre alla volontà popolare.
Nella prospettiva europea l’irrilevanza politica dei cattolici sarebbe portatrice di sciagure, come altre volte è avvenuto nella storia. Sarà, di conseguenza, necessario, per chi ha ruolo nell’associazionismo cattolico, indicare tutto questo, contribuendo ad elevare il confronto di una campagna elettorale che non deve essere preda di mera propaganda e di parole d’ordine dettate da un linguaggio esasperato dalle incertezze, dalle paure più o meno indotte, dai luoghi comuni di chi si adagia su di un europeismo statico o chi si dispone nel facile linguaggio del rancore e dello sfascio.
Si insiste, a proposito e a sproposito, che in Europa sia giunto il tempo del cambiamento. Gli assetti politici che hanno retto una lunga stagione, solo in parte deludente, hanno esaurito la loro spinta politica e ci si deve preparare ad una fase nuova.
Le forme e i modi si troveranno, l’importante è che si abbia piena consapevolezza di questa sfida. La sfida di un tempo nuovo che richiede nuovi elementi dell’architettura istituzionale europea.
Ci confortano le nostre più profonde convinzioni.
Papa Francesco, a marzo del 2017, per i sessant’anni dei Trattati di Roma, richiamò le parole di allora e cioè che l’Europa “meriti di essere costruita”, ritrovando la “speranza”. Ai cattolici consapevoli spetta il dovere di agire per indicare una strada di salvezza per i popoli europei.

Pietro Giubilo

Raffaele Baldassarre ci ha lasciati improvvisamente

Raffaele Baldassarre, stimatissimo Consigliere nazionale e presidente provinciale del MCL di Lecce, ci ha lasciato per tornare alla casa del Padre lo scorso 10 novembre. La notizia ci è giunta improvvisa e per questo è stata ancor più dolorosa: una scomparsa inaspettata e prematura che ci ha sconvolto profondamente.
Pubblichiamo di seguito il testo del telegramma inviato alla famiglia dal Presidente Nazionale del Movimento Cristiano Lavoratori (MCL), Carlo Costalli, a nome suo personale, della Presidenza nazionale e del Movimento tutto.
La drammatica notizia della prematura scomparsa dell’amico fraterno e stimato Dirigente del MCL, Raffaele, ci ha sconvolto tutti profondamente. Vi siamo vicini in questo momento di grande sofferenza.
Esprimo a nome della Presidenza Nazionale MCL, e mio personale, il più profondo cordoglio.
Assicuriamo il ricordo nella preghiera al Signore nostro Dio e lo faremo anche con un’iniziativa in sua memoria: Raffaele lo meritava.

Con profondo dolore e affetto, Carlo Costalli
Presidente Nazionale MCL
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