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  Raccogliamo l’eredità della Carta di Milano

Data di pubblicazione: Domenica, 15 Novembre 2015

TRAGUARDI SOCIALI / n.74 Ottobre / Novembre 2015 :: Raccogliamo l’eredità della Carta di Milano

Si è conclusa l’Esposizione Universale 2015

Il 31 ottobre si è conclusa l’Esposizione Universale di Milano. In questi sei mesi l’iniziale scetticismo che aveva accolto EXPO 2015, ha lasciato spazio all’entusiasmo che è stato papabile nei ventuno milioni di persone che hanno visitato i quartieri dell’esposizione, nelle lunghissime code agli ingressi e ai singoli padiglioni, nei bambini e nelle famiglie che hanno colorato a festa i 184 giorni della manifestazione.
Il successo di un’Esposizione Universale sul tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, non si può misurare con i parametri dei grandi eventi, ma ci deve essere molto di più, come ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo discorso di chiusura di EXPO 2015: “dobbiamo saper dire basta allo sfruttamento del presente, che toglie il futuro ai nostri nipoti. Non si può sfuggire all’evidenza che la lotta alla fame e alla sete sono pietre angolari di un nuovo governo globale, fondato sulla collaborazione economica e sull’affermazione dei diritti umani”. Proprio la “Carta di Milano” – firmata da più di un milione e mezzo di persone, oltre che da tutti gli Stati partecipanti, e consegnata nelle mani del Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki Moon – rappresenta il lascito più duraturo dell’Esposizione Universale, grazie ai numerosi impegni assunti sull’alimentazione e sullo sviluppo sostenibile che ne fanno una vera e propria road map.
Al di là delle singole dichiarazioni di intenti, dei numerosi obiettivi individuati, ciò che è davvero importante è cercare di mettere al centro dell’agenda internazionale – troppo spesso segnata solamente dalle liti tra i potenti – i poveri, gli affamati, gli ultimi, coloro che vivono gravi violazioni della dignità umana.
Quest’edizione dell’Esposizione Universale sarà ricordata come la prima occasione in cui è stata data la possibilità di partecipare alla società civile, un’opportunità che si è concretizzata grazie alla presenza della Fondazione Triulza nella Cascina Triulza. Con i suoi 800 eventi, preparati da 200 organizzazioni del terzo settore, cui hanno partecipato 63.000 persone, la Fondazione Triulza ha dato vita ad uno dei più ricchi programmi di EXPO 2015.
Il Movimento Cristiano Lavoratori, che della Fondazione è socio fondatore, è stato presente nella Cascina con due eventi: la tavola rotonda conclusiva della Summer School sui temi di EXPO 2015, che è coincisa con l’ultimo giorno del Consiglio Nazionale MCL, e il convegno internazionale “Nutrire il pianeta, energia per la vita. Le povertà e le politiche sociali del lavoro dell’Unione Europea”. Queste due manifestazioni sono state le punte di diamante dell’impegno del MCL ed hanno scandito un percorso che ha visto impegnato tutto il Movimento in una riflessione sui temi della fame, della povertà, dello sviluppo, del creato e del bene comune.
Non a caso quest’anno di attività del MCL è stato dedicato alla campagna “Dal seme al cibo”, promossa dal Movimento insieme all’Ong CEFA, volta a promuovere l’autosufficienza alimentare di 10.000 famiglie in Sud Sudan, Somalia, Ecuador e Marocco.
Grazie anche al ciclo di presentazione del libro di Tornielli e Galeazzi “Questa economia uccide” e ai tanti incontri sull’Enciclica “Laudato sì”, il MCL ha potuto, così, soffermarsi sui temi di EXPO 2015 attraverso una prospettiva capace di mettere al centro la persona, i suoi sistemi di relazioni, la comunità.
Troppo spesso si rischia di cedere a progetti di ingegneria sociale, e adesso persino antropologica, volti a risolvere i problemi del mondo senza considerare la persona nella sua dimensione concreta.
Invece, la direzione da seguire è un’altra, come ha ricordato a tutti il padiglione della Santa Sede a EXPO 2015, dal tema – o meglio dal messaggio –: “Non di solo Pane”.
Per il dopo EXPO molti sono i progetti in nuce.
Come il mantenimento della Cascina Triulza quale casa del terzo settore e incubatrice di start up sociali, oppure quello del Governo che vorrebbe trasformare lo spazio di EXPO in un polo internazionale di ricerca sulla qualità della vita.
Ma il ‘vero’ programma post EXPO, che dovrebbe vederci tutti in prima linea, è nelle parole di Papa Francesco, pronunciate nel suo videomessaggio dello scorso febbraio, indirizzato a quanti stavano riflettendo sulla Carta di Milano e sul programma culturale dell’Esposizione universale: “[bisogna] scegliere a partire dalle priorità: la dignità della persona; essere uomini e donne testimoni di carità; non avere paura di custodire la terra che è madre di tutti”.
Forse “del doman non v’è certezza”, ma si può esser certi dello sguardo benevolo della Madonnina di Milano, che ha accolto i visitatori all’ingresso di EXPO, sui frutti di questa sui generis Esposizione universale.

Giovanni Gut
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