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  Il lavoro che vogliamo passa attraverso buone pratiche condivise

Data di pubblicazione: Mercoledì, 11 Ottobre 2017

TRAGUARDI SOCIALI / n.85 Settembre / Ottobre :: Il lavoro che vogliamo passa attraverso buone pratiche condivise

Verso la prossima Settimana Sociale dei Cattolici Italiani

Manca ormai poco alla prossima Settimana sociale dei cattolici italiani che si terranno a fine ottobre a Cagliari sul tema Il lavoro che vogliamo. Libero, creativo, partecipativo e solidale. Un tema delicato e al tempo stesso provocatorio, per un appuntamento che si prefigura come un momento sia di elaborazione culturale, sia di sintesi di tante esperienze sia, soprattutto, di proposta.
Manca ormai poco alla prossima Settimana sociale dei cattolici italiani che si terranno a fine ottobre a Cagliari sul tema Il lavoro che vogliamo. Libero, creativo, partecipativo e solidale. Un tema delicato e al tempo stesso provocatorio, per un appuntamento che si prefigura come un momento sia di elaborazione culturale, sia di sintesi di tante esperienze sia, soprattutto, di proposta.
Il cammino seguito dal Movimento Cristiano Lavoratori in preparazione di questa Settimana sociale è stato molto articolato e ricco di appuntamenti fra i quali ricordiamo, in particolare, la Winter School di Brescia, realizzata in collaborazione con il Centro di Ateneo per la Dottrina Sociale dell’Università Cattolica, e il seminario di Studi di Senigallia, al quale hanno partecipato, tra gli altri, Mons. Fabiano Longoni, direttore dell’Ufficio Nazionale per il Problemi Sociali e il lavoro della CEI; il prof. Mario Taccolini, prorettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore; il dott. Domenico Delle Foglie presidente del Copercom, e il dott. Sergio Gatti, direttore generale di Federcasse nonché vicepresidente del Comitato Organizzatore delle Settimane Sociali. Oltre a questi citati, sono stati svariati gli incontri organizzati a livello locale, così come molto impegno è stato profuso per rispondere alle sollecitazioni del progetto “Cercatori di LavOro”, volto a raccogliere le migliori pratiche del mondo del lavoro per poi mettere in evidenza soluzioni possibili, frutto di esperienze già in atto. Ed è proprio rispondendo a questo progetto che sono emerse molte esperienze all’interno del Movimento Cristiano Lavoratori, soprattutto tra i giovani, che si configurano come ‘buone pratiche’ da offrire a tutti. Il frutto di questo percorso troverà una sua sintesi in un documento che il Mcl proporrà al dibattito comune, in cui verranno sottolineati alcuni aspetti di particolare importanza come la dignità del lavoro, i giovani e il lavoro, lo sviluppo e la crescita del Paese, il lavoro e la famiglia, la dimensione educativa, il Mezzogiorno. Anche in questo caso non si tratta semplicemente di riflessioni di carattere intellettuale, ma di un’opera di discernimento su delle buone pratiche già in essere, su opere che già esistono, su un vissuto di Movimento sempre più articolato e ricco.
Le sfide che ci attendono e che l’Instrumentum laboris proposto dal Comitato organizzatore delle Settimane sociali, presieduto da Mons. Filippo Santoro, individua in modo puntuale - e che sono state più volte riprese nel cammino del Mcl di questi mesi - sono notevoli, anzi epocali. Un’altra sottolineatura: ormai abbiamo detto così tante volte che stiamo attraversando un cambiamento epocale, che abbiamo svuotato questa espressione del suo potente significato originario riducendone la portata. Invece dire che attraversiamo un cambiamento d’epoca significa riconoscere che, come Papa Francesco non si stanca mai di ripeterci, il tempo è più importante dello spazio, e che è molto più importante (ed efficace) avviare processi piuttosto che occupare spazi.
è quanto emerso in questi mesi in cui, pur partecipando con puntualità al dibattito in corso nel Paese, abbiamo cercato di tenere lo sguardo alto per poter avviare processi che possano far ripartire la nostra Italia, avendo cura di cercare quanti hanno a cuore il bene comune. Ecco perché riteniamo significativo che la prossima Settimana sociale dia spazio alle associazioni e ai movimenti (come già sta avvenendo per esempio anche attraverso la presenza, quale coordinatore di un tavolo di lavoro, del Presidente Carlo Costalli) e che sia dato ampio spazio alle testimonianze, alle esperienze, alle buone pratiche.
Il nostro tempo e il nostro Paese sono troppo feriti per potersi accontentare di discorsi: oggi è necessario guardare qualcuno, partire da esperienze capaci di generare speranza, non in un domani incerto ma in un presente concreto e che possa essere conosciuto.
Solo così diventa possibile parlare della nuova rivoluzione industriale cogliendone gli aspetti positivi e il potenziale di sviluppo.
e potremo rispondere fin dall’inizio alle inquietudini che il nostro tempo si porta dietro, per affrontare questa nuova realtà con proposte in grado di orientare e non con semplici reazioni. E ancora sempre grazie a questo impegno sarà possibile trovare il coraggio di guardare in faccia i grandi problemi che attanagliano il nostro presente e che riguardano i giovani, le famiglie, il Mezzogiorno, senza soffermarsi sul facile lamento, ma partendo e rilanciando verso progetti concreti. L‘impegno per riscoprire la dignità del lavoro, la sua essenzialità nella vita delle persone e delle comunità, non può limitarsi a una predica, ma deve essere testimoniato e vissuto tramite gesti concreti. Perché qui nessuno si rassegna al declino, ma lavoriamo tutti per un nuovo inizio.

Giovanni Gut
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