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  Il tradizionale appuntamento di Senigallia

Data di pubblicazione: Sabato, 14 Ottobre 2017

TRAGUARDI SOCIALI / n.85 Settembre / Ottobre :: Il tradizionale appuntamento di Senigallia

Lavoro, famiglia, giovani: gli impegni dei cattolici

“Noi, che non ci arrendiamo al declino, cerchiamo di dare un contributo di idee e di opere, anche in vista della 48a Settimana Sociale dei Cattolici Italiani”: con queste parole il presidente del Movimento Cristiano Lavoratori, Carlo Costalli, ha aperto i lavori del Seminario nazionale di studi e formazione che tradizionalmente il MCL organizza alla ripresa delle attività dopo la pausa estiva, e che quest’anno arriva a compimento del percorso di preparazione in vista dell’appuntamento di Cagliari.
“Il lavoro che vogliamo. Libero, creativo, partecipativo e solidale. Attraverso il lavoro, lo sviluppo dell’Italia e la crescita dell’Europa” è stato il tema scelto per la due giorni di dibattito che ha visto la partecipazione di oltre 500 dirigenti MCL provenienti da tutta Italia.
In effetti, come anticipato dal Presidente Costalli, “è alle porte un autunno che si preannuncia ‘caldo’, con appuntamenti di portata tale da poter cambiare le sorti del Paese, in questo scorcio di legislatura dominato dalle incertezze della crisi economica e dalle fughe in avanti verso la ripresa: la legge di stabilità dirà molto sulle scelte della politica destinate a ripercuotersi sulla vita dei cittadini. C’è poi la famiglia, Cenerentola del nostro tempo, che è stata al centro della Conferenza nazionale di fine settembre, organizzata dal Governo. E la 48a Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, evento da cui molto ci si attende quanto a riflessioni e proposte sui cambiamenti del mondo del lavoro, sul contrasto alla precarietà, sul rilancio dell’occupazione”.
Tanta carne al fuoco, insomma, con al centro il vero nodo che è ancora una volta il lavoro: “La ripresa economica c’è e si fa sentire in tutta Europa ma ancora non riguarda tutto il Paese, non riguarda tutte le aree sociali, penso ad esempio ai giovani, al Sud. E parlare di ripresa economica senza ripresa dell’occupazione è solo campagna elettorale”, ha detto Costalli lanciando nel vivo il dibattito.
Che il lavoro sia la nota dolente che chiama tutti a un nuovo senso di responsabilità e a un diverso modo di vedere le cose, è anche il monito lanciato da Mons. Fabiano Longoni, Direttore dell’Ufficio Nazionale per i Problemi Sociali e il Lavoro della CEI: “Il lavoro implica un imprimere se stessi nell’altro: non è, cioè, solo aspettare uno stipendio ma mettersi in azione per produrre un cambiamento nella realtà, proprio come farebbe un artigiano, è arte il lavoro”.
Mons. Longoni ha quindi sottolineato come in generale, parlando di lavoro “si è sempre evidenziato ciò che riguarda l’aspetto della fatica o il guadagno economico, che in realtà sono solo due aspetti limitati. Una corretta interpretazione del lavoro implica invece sempre una relazione umana, riecheggia sempre, cioè, il senso e la finalità dell’azione umana e la capacità di incidere sulla realtà: diamo un fine alla nostra vita lavorando. Questo è il senso cristiano del lavoro: non quanto guadagno, ma quanto metto di me. Qualsiasi forma di lavoro presuppone la relazione che l’essere umano ha con l’altro”.
La sfida che abbiamo di fronte è coniugare lavoro, globalizzazione e interessi economici con una visione che rimetta al primo posto l’uomo, la centralità della persona. Compito non facile che merita delle riflessioni coraggiose: “Innanzi tutto dobbiamo insieme, adulti e giovani, tentare di dare delle risposte che, per essere convincenti e plausibili, chiedono a tutti noi un impegno, un segmento personale di responsabilità per tenere aperto un dialogo che non si deve spezzare”: è la ricetta proposta da Mario Taccolini, Prorettore, Ordinario di Storia Economica e membro del Centro di Ateneo per la Dottrina sociale della Chiesa dell’Università Cattolica.
Questo tempo chiede ai cattolici un di più, una capacità nuova per rispondere alle emergenze e all’esigenza di inclusione sociale. Ne ha parlato Mimmo Delle Foglie, Presidente del Copercom: “La realtà italiana ci restituisce, sotto il profilo del lavoro, due dimensioni di povertà indiscutibili quanto preoccupanti: i giovani e il Mezzogiorno”. Queste due grandi povertà reclamano “processi di inclusione sociale” e richiedono un “pensare in grande”.
“Certo, mettendo in campo le migliori pratiche, come ha fatto con grande efficacia il lavoro preparatorio della Settimana Sociale di Cagliari, ma forse - ha aggiunto - anche assumendosi la responsabilità di indicare, nel dibattito pubblico, le priorità. I giovani e il Mezzogiorno sono autentiche emergenze che richiedono scelte di ampio respiro e grandi risorse morali oltre che finanziarie. Perché i giovani possano restare, lavorare, costruire le loro famiglie al Sud come al Nord. In libertà e senza alimentare l’emigrazione forzata. Scongiurando così il rischio dell’eutanasia del Sud”.
In questo contesto la Settimana Sociale sarà un’occasione unica per rilanciare i valori e dare riposte concrete. Ne ha parlato Sergio Gatti, Direttore Generale di Federcasse e Vice Presidente del Comitato Organizzatore delle Settimane Sociali: essenziale, ha detto il prof. Gatti, è comprendere che “la Settimana Sociale non è un semplice convegno - che altrimenti non avrebbe aggiunto nessun valore né avrebbe la possibilità di incidere sulla realtà delle cose -: Cagliari è un momento di passaggio che vogliamo serva ad avviare un processo di aggregazione e di nuova energia”.
Noi del MCL siamo pronti.
T.S.
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