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  Dopo il terremoto elettorale: idee per la ricostruzione

Data di pubblicazione: Venerdì, 25 Maggio 2018

TRAGUARDI SOCIALI / n.89 Maggio / Giugno 2018 :: Dopo il terremoto elettorale: idee per la ricostruzione

A Roma un incontro organizzato dal MCL





Da dove ripartire? è questa la domanda che ha attraversato l’incontro organizzato il 3 maggio a Roma dal Movimento Cristiano Lavoratori dal provocatorio titolo “Dopo il terremoto elettorale: idee per la ricostruzione”.
Ad alimentare la riflessione, di fronte ai numerosi partecipanti, sono stati il prof. Stefano Costalli, docente di Scienza Politica all’Università di Firenze, che ha introdotto e coordinato i lavori; il prof. Lorenzo De Sio, ordinario di Scienza Politica della Luiss; il prof. Leonardo Becchetti, ordinario di Economia Politica dell’Università di Roma-Tor Vergata; il prof. Massimo Borghesi ordinario di Filosofia Morale dell’Università di Perugia.
Stefano Costalli ha messo in evidenza il motivo principale che ha indotto il MCL a organizzare quest’incontro: perché non ci si può rassegnare ad una politica cinica, appiattita solo sul ‘momento’, che insegue una società smarrita; occorre invece ripartire dalle idee per far in modo di andare oltre la debolezza della politica. E’, questa, una responsabilità che compete anche ai corpi intermedi, cui spetta, attraverso un continuo processo educativo, approfondire le sfide che la realtà presenta.
Lorenzo De Sio ha messo in evidenza che il voto del 4 marzo è stato un voto di inquietudine, segnato dalla percezione del pericolo (lavoro e immigrazione su tutti) e dalla sfiducia nei partiti tradizionali. Rispetto al voto una domanda sembra emergere con prepotenza, ossia se la politica sappia governare i processi e le loro conseguenze e, allo stesso tempo, se sappia davvero essere efficace. Si tratta di segnali chiari che vengono non solo dalle elezioni italiane, ma anche da quelle degli altri Paesi europei.
Per Lorenzo Becchetti la macchina economica è stata costruita per favorire i consumatori e il profitto delle aziende, ed in questo senso è una macchina che funziona perfettamente. Vittime sacrificali di questo meccanismo sono stati i lavoratori non specializzati dell’Occidente e il ceto medio dei Paesi sviluppati, che rappresentano anche il bacino elettorale più grande.
Sostanzialmente d’accordo anche Massimo Borghesi, il quale ha affermato che la politica ha perso una sua propria “vision” e si è ridotta a politica della congiuntura, figlia di una crisi delle idee che non è casuale, ma è il prodotto dell’ideologia che sottende il fenomeno della globalizzazione.
In questo quadro la gestione dei processi è affidata all’economia e non alla politica, finendo col favorire il trionfo del modello tecnocratico come sta avvenendo in Europa.
E allora che fare? Tante e interessanti le idee messe in campo.
De Sio ha voluto sottolineare due aspetti fondamentali del gioco democratico: i partiti e la discussione. Se i partiti sono in crisi questo non significa che siano inutili, ma proprio perché essenziali nelle democrazie devono scoprire un nuovo modo per essere prossimi ai cittadini senza ridursi ad essere gruppi elitari. Allo stesso tempo è necessario ricominciare a “discutere”, a confrontarsi sulle scelte, a trovare soluzioni condivise.
Becchetti ha soprattutto voluto mettere l’accento sul fatto che è possibile riequilibrare la macchina economica rimuovendo gli ostacoli che gravano su chi crea lavoro, restituendo dignità agli emarginati anche attraverso il reddito di inclusione (che è ben diverso rispetto al reddito di cittadinanza), e fermando la corsa al ribasso del costo del lavoro.
Borghesi invece ha richiamato alla necessità di “ricominciare” a pensare, a portare avanti idee che abbiano una prospettiva, a slegarsi dell’appiattimento sul presente per guardare al futuro riscoprendo il passato.
Una responsabilità di fronte alla quale il mondo cattolico non può rimanere indifferente, ma cui bisogna saper rispondere riscoprendo l’unità della Dottrina sociale della Chiesa. Proprio in questo richiamo di responsabilità può essere inquadrato l’incontro promosso dal MCL, che ha voluto andare oltre il lamento e i problemi che il voto del 4 marzo ha reso palesi a tutti, per rilanciare politiche e processi che sappiano rispondere alle tante sfide che abbiamo davanti. Si tratta di un percorso che ci accompagnerà nei prossimi mesi di fronte ad una situazione che si fa sempre più complicata, ma che allo stesso tempo è sempre più stimolante per coloro che hanno a cuore il bene comune e che sentono la responsabilità di trovare risposte e soluzioni sempre nuove e portare quello slancio di energia e di speranza che un momento così critico necessita.

Giovanni Gut
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