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  MCL. Settimana Sociale. Bologna 2004

Data di pubblicazione: Lunedì, 26 Settembre 2005

STAMPA E PUBBLICAZIONI / Documenti :: MCL. Settimana Sociale. Bologna 2004

Democrazia: Risposte in "rete" per una sfida globale

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DEMOCRAZIA ECONOMICA E PARTECIPAZIONE


    Per quanto riguarda l’economia è prioritario e determinante il tema della democrazia economica (e partecipativa) troppo spesso messo in disparte.

          Un grande dibattito si è aperto e molte iniziative sono state prese per diffondere e favorire il principio della responsabilità sociale dell’impresa a partire dal 18 luglio 2001, data della pubblicazione del Libro verde della Commissione europea.
       Questa è sicuramente una buona cosa ma occorre fare il passo successivo e cioè rendersi conto che non c’è e non ci può essere responsabilità sociale senza partecipazione dei lavoratori.

      Nei numerosissimi dibattiti, interventi, documenti sulla responsabilità sociale, la “risorsa umana” è spesso citata (anche se molto meno che l’ambiente) ma relegata in uno spazio residuale.   Per MCL invece è “il tema”, è la questione di fondo, è principio base del nostro impegno perché uno dei punti chiave della Dottrina sociale ma anche perché autorevolmente previsto dal’art. 46 della Costituzione laddove si dice che “la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle imprese”.

       La partecipazione dei lavoratori all’impresa (comunità di persone secondo la Centesimus Annus) è da decenni argomento di riflessione e dibattito nel mondo politico e sindacale italiano.   Si tratta di una dinamica complessa che abbraccia molteplici questioni: dal riconoscimento ai lavoratori di una rete efficace di diritti di informazione e consultazione all’introduzione e regolamentazione di forme di rappresentanza dei lavoratori negli organi amministrativi e di controllo delle società, alla partecipazione azionaria dei dipendenti nelle società di capitale presso le quali sono occupati.   

    L’importanza e l’urgenza del tema sono ulteriormente cresciute da quando l’UE ha emanato specifiche direttive che i paesi membri debbono obbligatoriamente recepire nei loro ordinamenti.
    Esistono, in proposito, alcune proposte di legge in discussione in Parlamento che hanno fatto alcuni passi significativi in Commissione lavoro.   

    Dal momento che le proposte di legge vengono da diversi gruppi politici noi auspichiamo che si possa trovare un accordo per dare una spinta decisiva al loro cammino così come sarebbe auspicabile un “avviso comune” delle parti sociali.      La limitazione (pessima) posta dalla recente riforma del diritto societario   alla presenza dei rappresentanti dei lavoratori negli organismi di corporate governance fa perdere un nuovo e potente sostegno alla rilegittimazione etica e sociale del sistema imprenditoriale-finanziario italiano, scosso da ripetuti e clamorosi scandali.
   C’è la necessità di andare oltre questa fase anche per evitare che un numero sempre più alto di imprese abbandoni la dimensione “produttiva” che alimenta (e giustifica) la sua presenza, per inseguire una progressiva “finanziarizzazione” tesa a raggiungere esclusivamente il più alto rendimento del capitale investito.   
   
    Non possiamo accettare che, secondo una logica economicista, il capitale “umano” non sia il principale fattore in campo ma soltanto uno dei tanti e non certo il più importante.       A noi tutti tocca di non sprecare questa opportunità pur dovendo registrare che persistono, anche nel mondo cattolico, forti resistenze culturali all’introduzione di forme avanzate di coinvolgimento dei lavoratori nella vita e nella gestione delle imprese: resistenze che dimostrano un ritardo nella comprensione delle dinamiche evolutive delle relazioni industriali in Europa e che devono essere superate.    Il tutto in un quadro, lo ripetiamo ancora con forza, di coesione sociale: senza coesione e praticando il modello “antagonista” emergono i corporativismi ed i radicalismi che, la storia ci insegna,   hanno sempre portato a risultati negativi se non drammatici.

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