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  MCL. Settimana Sociale. Bologna 2004

Data di pubblicazione: Lunedì, 26 Settembre 2005

STAMPA E PUBBLICAZIONI / Documenti :: MCL. Settimana Sociale. Bologna 2004

Democrazia: Risposte in "rete" per una sfida globale

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    Il bipolarismo non è risultato un sistema vincente in particolare per come è stato interpretato con tentazioni di sfuggire alle regole comuni o con prevaricazioni di “maggioranza”.    Il cattivo esempio l’aveva già dato il centro-sinistra approvando la riforma del titolo V della Costituzione a maggioranza e per soli quattro voti.    Ma attenzione: l’errore degli uni non giustifica un uguale comportamento degli altri né due errori si elidono a vicenda, semplicemente si sommano portando a raddoppiare gli effetti e le conseguenze negative.      

    La società, nel suo complesso, non è suddita delle istituzioni ed è per questo che è obbligatorio il coinvolgimento di tutti gli attori per definire le regole e rendere praticabile la loro applicazione.      

La “democrazia della partecipazione” va garantita e promossa non solo nelle formazioni politiche ma anche e soprattutto in campo economico, culturale e sociale soprattutto perché, è bene ricordarlo, le rappresentanze politico-partitiche non hanno certo la capacità di rappresentare l’intera società.    Il principio di sussidiarietà, è bene ricordarlo, è alla base di una autentica democrazia.       Istanze analoghe, però, provengono anche dal mondo della scienza e della tecnologia.      Dobbiamo tornare a chiederci: come si coniuga la pretesa di autolegittimazione della scienza con la sua dimensione pubblica e la sua funzione sociale?   La libertà del sapere e della ricerca non ha forse bisogno di un comportamento e di uno statuto etico dello scienziato e del ricercatore?

    Quanto all’economia non è possibile descrivere in bianco o nero massimalisticamente, la natura e gli esiti della globalizzazione.      Ma a nessuno sfugge come la logica del mercato non sia in grado di promuovere e tutelare valori essenziali e come le istituzioni economico-finanziarie (con toni più accentuati in quelle esclusivamente finanziarie) siano portate a prevaricare spesso sui momenti di gestione democratica, ai diversi livelli.   Non crediamo che ci possa essere economia senza etica a meno di volere lo sfruttamento e di perseguire il rafforzamento dei forti a danno dei deboli: come abbiamo sperimentato negli ultimi tempi il puro mercato non basta, l’etica diventa elemento di discernimento che chiama in causa la responsabilità della politica.   

    Anche l’orizzonte della comunità internazionale sta assumendo rapidamente nuove configurazioni: è sufficiente oggi allargare gli “spazi normativi” o sarà necessario un salto di qualità negli ordinamenti internazionali?      Il faticoso cammino dell’Europa che disconosce le sue origini unito alla debolezza e alle paure dell’Onu sono esempi quanto mai eloquenti dell’ampiezza del problema.   

LA PRESENZA


Stare “dentro la storia” è costitutivo della stessa esperienza di fede e la Chiesa italiana ne ha fatto un compito qualificante dei suoi orientamenti.      

Del resto, come più volte dimostrato, il “mondo cattolico” ha dentro di sé una grande cultura istituzionale che, purtroppo, non riscontriamo in diverse altre realtà.      Con le Settimane sociali si è dunque raccolta una eredità preziosa, ma dall’altro lato ci si è fatto carico in maniera progettuale di una novità di tempi e di contesti sociali.

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