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  L'editoriale del Presidente MCL

Data di pubblicazione: Giovedì, 1 Ottobre 2009

STAMPA E PUBBLICAZIONI / Documenti :: L'editoriale del Presidente MCL

La sfida dei corpi intermedi



Pubblichiamo il testo integrale dell'editoriale, a firma Carlo Costalli,   pubblicato sull'ultimo numero di Traguardi Sociali:


La sfida dei corpi intermedi


Carlo Costalli (*)

          Di fronte al tema della partecipazione, tema sempre al centro dei nostri dibattiti, un problema oggi è come si esprimono identità e interessi senza che diventino egoistici, corporativi, o rivendicazioni.

          L’integrazione del sistema degli interessi non può non tener contro del fatto che le persone esprimono opinioni (e fanno ‘fatti’) essendo, nel contempo, lavoratori, consumatori, contribuenti, componenti di una famiglia, partecipi di una comunità locale, che si confrontano con problemi politici, economici, ambientali, di sicurezza, ecc..

          La “contemperazione” degli interessi diventa indispensabile per l’azione dei corpi intermedi, siano essi sindacati (spesso in difficoltà a contemperare interessi generali), associazioni di categoria (anch’esse in difficoltà), di promozione sociale.

          La loro azione non può essere motivata solo in base ad “interessi” parziali, ma deve assumere valori e principi al fine di individuare le priorità e valutare le ricadute sociali complessive delle iniziative intraprese. Il principio che costantemente ritorna, e che deve originare ogni azione, è quello del Bene comune, solo in forza del quale è possibile produrre una società civile che precostituisca dal basso, e nel concreto, le risposte alla dimensione complessa dei problemi. In questa ottica i corpi intermedi sono chiamati ad una specifica soggettività esercitando un preciso ruolo politico (tema che abbiamo a lungo dibattuto in questi anni) che sviluppi la responsabilità sociale tesa ad aiutare l’espressione delle persone e delle comunità.

          Spesso sono prevalsi processi degenerativi della rappresentanza (tutela eccessiva di chi è già protetto, rivendicazioni lobbystiche, difesa ad oltranza di privilegi, ecc.).

          Ma allora chi può prendersi carico dei problemi, della questione sociale che attende e richiede risposte originali? Il MCL ha decisamente contribuito in questi anni a mettere in pista una risposta che parte da una capacità “innovativa” di proporre una visione alta della rappresentanza e della mediazione sociale: credendo nel Forum delle Persone e delle Associazioni di ispirazione cattolica nel mondo del lavoro, ma non solo.

          Lo possono fare le associazioni e i movimenti che hanno sempre creduto nei valori della centralità della persona, del reciproco riconoscimento dei ruoli tra capitale e lavoro nelle diverse espressioni; che credono nella partecipazione alle scelte dal basso, processo che è di per sé un valore ed un bene collettivo perché favorisce l’assunzione di responsabilità delle persone e, appunto, dei corpi intermedi. I movimenti che credono in una visione del Bene comune come espressione di azioni concrete nelle quali interagiscano le istituzioni non come dominio, ma come capacità di favorirle e di contemperarle per il benessere di tutti. Sono i valori espressi dalla Dottrina sociale della Chiesa che hanno trovato espressione, riscontro, “traduzione”, nell’azione delle Associazioni e dei Movimenti di ispirazione cristiana nel mondo del lavoro.

          Al prossimo Congresso nazionale formuleremo proposte e progetti: andando anche oltre.

          Il Forum è un interlocutore decisivo anche per il mondo politico: è l’espressione di quei corpi intermedi che sono l’ultima frontiera della “mediazione” e del “riformismo partecipativo” in un Paese che procede a strappi e a delegittimazione.

          Il percorso di riforme utili all’Italia necessita di un “blocco sociale” e il Forum può avere anche la funzione politica di aggregare realtà, come la nostra, e creare un blocco di riformisti convinti che all’Italia servano nuove regole di convivenza coerenti con uno sviluppo democratico e solidaristico, che abbia al centro la persona umana, e avvii un processo di riconciliazione nazionale e recuperi la centralità del lavoro: questo vuol dire, per noi, anche fare politica. Ma “associare questo lavoro a disegni di organizzazione (o riorganizzazione) dei Partiti, è inaccettabile e fuorviante”, ed anche riduttivo.


(*) – Presidente del Movimento Cristiano Lavoratori – M.C.L.

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