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  Lavoro e speranza: un binomio possibile

Data di pubblicazione: Giovedì, 30 Ottobre 2008

TRAGUARDI SOCIALI / n.32 Settembre / Ottobre 2008 :: Lavoro e speranza: un binomio possibile

A Senigallia l’annuale appuntamento Mcl


A SENIGALLIA L’ANNUALE APPUNTAMENTO MCL

LAVORO E SPERANZA: UN BINOMIO POSSIBILE


       “Riportare il lavoro e il rispetto della dignità delle persone al centro della vita sociale e della politica richiede una coraggiosa riforma dello stato sociale, sul modello di quanto ci insegna l’esperienza che i più avanzati Paesi europei hanno fatto: una strada stretta ma l’unica percorribile per evitare l’impoverimento della nazione”. Ha parlato chiaro Carlo Costalli, presidente del Movimento Cristiano Lavoratori (Mcl), aprendo i lavori del Seminario nazionale di Senigallia, tenutosi dal 12 al 14 settembre, che quest’anno è stato dedicato al tema “Lavoro è speranza”.

       Un titolo intrigante, che coniuga il binomio lavoro/speranza, evocatore di facili paure in tempi di disoccupazione dilagante, facendolo diventare un’asserzione di volontà positiva, una dichiarazione di intenti, quasi a ribadire che, pure in tempi di magra, il Mcl non rinuncia a riproporre il lavoro quale “chiave essenziale” per lo sviluppo della persona umana. Lavoro che “proprio in ragione della sua forte connotazione valoriale, determinata dalla persona che lavora più che dal prodotto del lavoro stesso, non può che essere strumento di quella speranza che manca ad una società altrimenti votata al consumo e tentata dalla rendita e dalla speculazione”.

      Secondo Costalli, una reale qualità del lavoro “ha bisogno di un supporto normativo riformato, una corretta articolazione dei rapporti sociali e delle relazioni industriali, oltre che una complessiva presa di coscienza della responsabilità di tutti, lavoratori compresi (e qui si gioca il ruolo educativo del Movimento), anche con riferimento ad un ridisegnato rapporto tra capitale e lavoro”. In questa direzione un essenziale passaggio per dare vita a un nuovo e piu’ efficiente sistema di relazioni industriali sarà la riforma della contrattazione: “Un accordo inseguito da più di dieci anni, un risultato che va condotto in porto, anche per non perdere l’occasione di rendere strutturali in Finanziaria le agevolazioni fiscali sulla contrattazione decentrata’’.    

       Per Costalli “Competizione, mercato, società aperte sono condizioni importanti per stimolare e mobilitare le risorse in modo efficiente. Ma sono i valori a fare la vera differenza ed è compito dell’intero mondo dell’Associazionismo che si ispira alla Dottrina Sociale della Chiesa promuovere la diffusione di questi valori sia nella dimensione della cooperazione internazionale che nelle iniziative sul territorio nazionale e locale. Questi valori e comportamenti costituiscono quel capitale sociale su cui investire e, in tal senso, le parole pronunciate dal Papa a Cagliari rappresentano la piu’ solenne delle benedizioni per quanti vogliono continuare a stare nella società da protagonisti con la propria identità di cristiani, e al servizio di tutti, anziché da sudditi culturali e politici e al rimorchio delle mode dominanti”.

       Lavoro, speranza, valori: il binomio diventa trinomio. Un filo conduttore ripreso anche da Mons. Giuseppe Merisi, presidente della Caritas, per il quale “la questione del lavoro non rappresenta un problema fra i tanti, bensì il problema per eccellenza. Il lavoro può cambiare modalità e struttura può essere manuale o intellettuale, dipendente o autonomo, individuale o comunitario, ma in ogni caso deve promuovere un impegno che dia senso alla vita, oltre che sostegno economico alla famiglia e partecipazione alla vita della comunità. Perciò il lavoro è una dimensione fondamentale dell’esistenza, un luogo e un mezzo di costruzione del bene comune”.

       Il portavoce dell’Associazione Scienza & Vita, Mimmo Delle Foglie, ha ricordato il ruolo determinante della associazioni e dei movimenti di ispirazione cristiana nelle battaglie sostenute in difesa della vita umana (dal concepimento alla morte naturale), per la famiglia e per la libertà di educazione. E ha manifestato perplessità per l’atteggiamento di molti commentatori laici: “fa specie – ha detto - sentirci chiamati in causa come i sostenitori di valori che portano in sé i germi della discordia, della divisione, dello scontro sociale. Non potevamo immaginare che difendere questi valori potesse esporci al rischio dello scontro irriducibile con il mondo laico. Non l’abbiamo voluto e non lo vogliamo”.

       Natale Forlani, presidente e ad di Italia Lavoro, ha posto l’accento sul rapporto tra politica ed economia, per uno sviluppo sostenibile: “la politica non può limitarsi a fotografare quanto sta avvenendo, magari con esortazioni del tipo ‘dobbiamo essere competitivi’. Compito della politica è piuttosto ricercare pazientemente un equilibrio sostenibile fra produzione, consumi e investimenti, adeguando il rapporto fra questi fattori al mutamento dei tempi”. Forlani ha individuato nella tendenza delle rappresentanze sociali a non accettare la parzialità della propria esperienza, un limite fondamentale della società postindustriale: “la dimensione della rappresentanza sociale deve cominciare ad accettare la propria parzialità, ammettendo di non poter garantire contemporaneamente l’intera collettività: un obiettivo che è invece il prodotto sel contemperamento degli interessi di diverse rappresentanze sociali”.

       Il presidente di Federcasse, Alessandro Azzi, dopo aver ribadito il ruolo essenziale dell’economia sociale per uno sviluppo che colleghi l’imprenditorialità al lavoro delle persone, l’efficienza alla solidarietà, ha notato come sempre più spesso il potere economico “nel tentativo di darsi una dimensione umana, destina parte dei suoi utili a finalità sociali. Questo fenomeno tuttavia non implica l’acquisizione di una dimensione umana nell’interezza della sua accezione, ma si traduce in uno ‘sbiancamento’ della finanza attraverso i fini sociali”. Azzi ha quindi auspicato che “si faccia sempre più convintamente rete fra quelle componenti sociali che condividono orizzonti comuni, attorno ai quali comporre le diverse sensibilità, per costruire un forte capitale sociale attraverso gli sforzi concentrati di tutti”.

       Il tema lavoro è strettamente connesso alla famiglia: ne regola risorse e, in definitiva, ne condiziona la sussistenza. E’ stata questa l’ottica dell’intervento del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi, che ha annunciato l’avvio di un tavolo di lavoro a Palazzo Chigi tra l’Authority per l’energia e l’Associazione famiglie numerose, per varare un accordo che consenta un piano di tariffe agevolate per aiutare le famiglie con molti componenti a carico.

       Giovanardi ha inquadrato l’iniziativa nell’ambito delle misure tendenti a realizzare adeguate politiche attive di sostegno alle famiglie, che sono per il Sottosegretario la vera risposta per far sì che in Italia si riprenda a far figli. “Altrimenti – ha spiegato - il rischio è che per il combinato disposto tra il calo demografico, l’invecchiamento della popolazione e i fenomeni migratori, fra 30 anni ci sarà l’Italia ma non gli italiani”. D’altra parte Giovanardi si è anche detto consapevole del fatto che il dato economico è importantissimo per incentivare le famiglie, ma non è il solo elemento sufficiente: c’è infatti anche un essenziale aspetto culturale da non sottovalutare. Diversamente non si spiegherebbe perché popolazioni molto meno ricche e agiate di noi, continuano invece a far figli.

       Da segnalare infine, oltre al graditissimo intervento di S.E. Mons. Giuseppe Orlandoni, Vescovo di Senigallia e componente della Commissione Cei per i Problemi sociali e il Lavoro, la Giustizia e la Pace, l’accorto approfondimento di Evandro Botto, direttore del Centro di Ateneo per la Dottrina sociale della Chiesa dell’Università cattolica del Sacro Cuore, che ha illustrato alcuni importanti aspetti della Dottrina sociale della Chiesa evidenziandone l’aspetto di risorsa essenziale per una società avanzata, e di Vincenzo Conso, Segretario generale di Retinopera, che è intervenuto sul tema “Cattolici in rete, credenti e credibili”.


Fiammetta Sagliocca



Queste in sintesi le proposte del Mcl emerse dal dibattito:


LIBERARE IL LAVORO DAL FISCO INGIUSTO


Sottrarre alla progressività del prelievo fiscale tutte le parti variabili del salario collegate al lavoro straordinario, ai risultati e alla produttività – incluse le gratifiche di metà e fine anno – attraverso una tassazione agevolata, secca e definitiva del 10%.

Ripartire il reddito da lavoro su tutti i familiari a carico in modo da sostenere il nucleo numeroso.

Ridurre e rimodulare le aliquote delle imposte sui redditi.

Ampliare ed estendere le detrazioni fiscali per l’educazione dei figli, la protezione dei non autosufficienti, la sanità e la previdenza complementare.

Ridurre il prelievo contributivo per l’assicurazione contro gli infortuni e per gli ammortizzatori sociali in proporzione alle prestazioni dei diversi settori.


LIBERARE IL LAVORO DALL’INSICUREZZA E DALLE BARRIERE SOCIALI


Promuovere:

- i tassi di occupazione delle donne mediante i contratti a orario modulato, i servizi di cura e la leva fiscale;

- i tassi di occupazione degli over 50 con un programma che garantisca formazione, sussidio connesso al dovere dell’accettazione del posto equipollente, ritorno al sussidio nel caso di disoccupazione involontaria;

- l’inclusione dei disabili con il ripristino della legge Biagi per l’assolvimento delle quote obbligatorie attraverso le cooperative sociali; l’emersione degli spezzoni lavorativi sommersi mediante i voucher e i contratti di lavoro intermittente;

- la permanente occupabilità delle persone attraverso il continuo investimento nella conoscenza e nelle competenze attraverso i fondi bilaterali per la formazione;

- la transizione dei giovani dai percorsi educativi al lavoro, superando l’artificiosa separazione tra scuola e mondo del lavoro attraverso la semplificazione e il potenziamento dei percorsi i apprendistato e il placement nelle Università e negli Istituti superiori;

- l’accesso all’occupazione mediante la borsa del lavoro e i servizi pubblici e privati con questa collegati;

- il reddito nella disoccupazione sulla base di un’indennità generalizzata a tutti i cittadini che abbiano lavorato (dipendenti e indipendenti) e di sussidi complementari organizzati in forma mutualistica o assicurativa dalle parti sociali delle diverse aree produttive.


LIBERARE IL LAVORO DALLE POLITICHE PUBBLICHE AUTOREFERENZIALI ATTRAVERSO OBIETTIVI MISURABILI


Attuare il meccanismo di monitoraggio e valutazione del mercato del lavoro di cui all’articolo 17 della legge Biagi per verificare, nel tempo di una legislatura piena, i seguenti obiettivi:

incremento di almeno 5 punti percentuali dei tassi di occupazione femminile;

incremento di almeno 5 punti percentuali dei tassi di occupazione degli over 50;

riduzione di almeno 5 punti percentuali dei tassi di disoccupazione dei giovani e dei gruppi a rischio di esclusione sociale;

riduzione di almeno 5 punti percentuali dei tassi di lavoro nero;

realizzazione di misure di orientamento e riqualificazione su almeno l’80 % degli utenti dei servizi per l’impiego;

incremento di almeno 5 punti percentuali delle persone che trovano un’occupazione per il tramite dei servizi per l’impiego;

raddoppio della quota dei lavoratori beneficiari delle attività di formazione continua;

decremento di almeno 300 unità all’anno degli infortuni mortali;

riduzione del 50 % della percentuale di lavoratori in attesa di contratto;

incremento del 20 % del tasso di mobilità sociale;

incremento medio di 200 euro della retribuzione netta dei livelli di riferimento contrattuale degli operai e degli impiegati.


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