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  5 per mille: speranze e realtà

Data di pubblicazione: Lunedì, 25 Febbraio 2008

TRAGUARDI SOCIALI / n.29 Gennaio / Febbraio 2008 :: 5 per mille: speranze e realtà

Intervista all’On. Giorgio Jannone


INTERVISTA ALL’ON. GIORGIO JANNONE

5 PER MILLE: SPERANZE E REALTA'

      
         “E’ stata una dura battaglia ma alla fine l’abbiamo spuntata e abbiamo sconfitto le resistenze del Governo. Torna finalmente il 5 per mille a favore del volontariato e del no-profit nella legge Finanziaria, ma solo grazie al convinto nostro impegno”. L’On. Giorgio Jannone, componente del Direttivo di Forza Italia alla Camera e della commissione Finanze, e parlamentare vicino a Giulio Tremonti, ha presentato nei mesi passati un disegno di legge ad hoc per convincere l’Esecutivo ad inserire la misura nella manovra e a renderla stabile. Ha presentato, con Giorgio Benvenuto, la “più dai meno versi”, legge ora in vigore, e si è sempre battuto per rendere definitivo il sostegno del 5 per mille.


Onorevole Jannone, quali le responsabilità del governo Prodi?

Anche quest’anno, come era già successo per la passata legge di bilancio, il Governo si era addirittura dimenticato, per sua stessa ammissione, del 5 per mille, offendendo i milioni di contribuenti che avevano scelto questo strumento innovativo per premiare il terzo settore e il volontariato. A questo si era aggiunto che Prodi e i suoi ministri, nonostante le continue rassicurazioni, hanno elargito i contributi volontari dei cittadini con gravissimi ritardi, inserendo un tetto massimo che ha strappato arbitrariamente al terzo settore buona parte delle entrate già assegnate.


Qual è l'obiettivo del disegno di legge a firma sua e del senatore Giorgio Benvenuto?

Quello di rendere permanente il 5 per mille. Nel 2006 il governo ci disse che la misura non era nella manovra per un banale errore. E subito lottammo in Parlamento per porre rimedio. Nella finanziaria 2008, il copione rischiava di ripetersi. Tutto questo sarebbe stato gravissimo e senza giustificazione. E’ importante considerare il welfare e il sostegno al volontariato e alla ricerca non come un mero capitolo di spesa, ma come uno strumento per lo sviluppo ed il sostegno dei più deboli.


Il forum del Terzo Settore ha piu' volte denunciato un atteggiamento evasivo ed inconcludente da parte dell'Esecutivo...

Abbiamo sempre condiviso le ragioni del mondo del volontariato. Non siamo disposti a credere infatti che si possa ignorare per due volte consecutive una misura così importante, soprattutto dopo il successo che questa ha raccolto tra i cittadini. Insomma, abbiamo alzato le barricate per fare in modo che la maggioranza di centrosinistra corresse ai ripari. Altrimenti avrebbe dovuto fare i conti con il Paese.


Il sottosegretario Letta si è assunto i meriti di aver dato alla fine una risposta alle attese...

Sì, ma non ha detto che il viceministro Visco ha arbitrariamente inserito un tetto massimo alle donazioni non previsto dal testo di legge. Ed ha anche tralasciato di sottolineare, nel contempo, che il capitolo del 5 per mille è stato “inventato” da Giulio Tremonti e che sarebbe stato ignorato nella passata Finanziaria proprio dal centrosinistra, se non ci fossero state le proteste dell'Intergruppo parlamentare della sussidiarietà.


Sabrina Trombetti


IL DDL IN PILLOLE
STABILIZZIAMO IL 5 PER MILLE


Titolo Ddl: “Destinazione di una quota del 5 per mille dell’Irpef a finalità scelte dai contribuenti”, d’iniziativa del Sen. Giorgio Benvenuto e dell’On. Giorgio Jannone


       Con il “5 per mille” è stata data facoltà ai contribuenti Irpef di destinare, in sede di dichiarazione dei redditi, il 5 per mille dell’imposta ad organizzazioni non lucrative rientranti in un elenco formulato, in via amministrativa, sulla base delle richieste pervenute.

       Il buon esito del meccanismo del “5 per mille” nei primi due anni di applicazione - 2006 e 2007 - ha indotto i due parlamentari a proporre la messa a regime della misura che finora è rimasta affidata alle singole leggi finanziarie: “Nel proporre la stabilizzazione della misura a partire dal prossimo anno finanziario 2008 (redditi 2007), noi intendiamo guardare al welfare non come ad un capitolo di spesa quanto piuttosto ad una leva dello sviluppo, ad uno strumento atto a generare capitale sociale sul territorio, coinvolgendo la libertà attiva dei cittadini”, hanno spiegato i firmatari presentando il testo in Parlamento, “…così da evitare qualsiasi rischio di interruzione del flusso del ‘5 per mille’ e da sottrarlo responsabilmente all’alea delle leggi di bilancio annuali”.


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