NOME UTENTE        PASSWORD  

Hai dimenticato la tua password?

Nell'ultimo numero di Traguardi Sociali:
Traguardi Sociali

Stai sfogliando il n.29 Gennaio / Febbraio 2008

Leggi la rivista in formato pdf Cerca numeri arretrati in archivio
.PDF Numero 29 (1676 KB) Sfoglia l'archivio di Traguardi Sociali Sfoglia l'archivio di Traguardi Sociali

  La nuova enciclica del Papa

Data di pubblicazione: Martedì, 26 Febbraio 2008

TRAGUARDI SOCIALI / n.29 Gennaio / Febbraio 2008 :: La nuova enciclica del Papa

Speranza e ragione


LA NUOVA ENCICLICA DEL PAPA

SPERANZA E RAGIONE


      Ho provato ad interrogarmi su cosa di specifico potesse dire, ad un’associazione come la nostra, l’enciclica di Papa Benedetto XVI “Spe salvi”, pubblicata lo scorso 30 novembre – in anticipo sulla più volte annunciata enciclica sociale che attendiamo con particolare fiducia –, e che cosa potesse dire al MCL, proprio nel momento in cui vive la feconda fase della Conferenza programmatica, centrata sulla stretta connessione tra ragione e valori e sulla necessità di una formazione e di un’educazione che ci rendano testimoni appassionati di ciò in cui crediamo.

       Il Papa stesso ci aiuta nella risposta quando afferma (lo ha fatto nel Te Deum di fine anno) che il deficit di speranza e fiducia nella vita costituisce il “male oscuro” della moderna società occidentale. La malattia di cui soffre questo occidente sazio e disperato consiste nell’aver dimenticato la sorgente del proprio essere, che non è nella conoscenza scientifica, nelle nostre convinzioni umane, ma è fuori di noi e si è manifestata nel Natale. Dunque, per un’associazione ecclesiale, è necessario approfondire il vincolo che ci lega alla missione di “testimonianza evangelica organizzata”, assumerlo come imprescindibile, con le conseguenze formative e comportamentali che implica. Educarci, formarci, testimoniare: questa è la prospettiva, perché il futuro della società è affidato a persone mature che sappiano quello che pensano e perché lo pensano, che sappiano quello che fanno e perché lo fanno. Questo è per noi essere cristiani adulti, che è cosa ben diversa dal prendere le distanze dalle indicazioni dei Vescovi!

       E’ un compito impegnativo ma non possiamo rinunciarvi, non possiamo stare alla finestra, non possiamo cedere alla rassegnazione o al senso di smarrimento di fronte alla vastità dei problemi ma, come dice San Paolo nella lettera ai Romani: “…siamo stati salvati nella Speranza”, che della rassegnazione e dell’indolenza è l’esatto contrario.

      Il Papa sottolinea “l’ambiguità del progresso” spiegando che se al progresso tecnico non corrisponde un progresso nella formazione etica dell’uomo, nella crescita interiore dell’uomo, allora non c’è progresso, ma una minaccia per l’uomo e per il mondo. La scienza può contribuire molto all’umanizzazione del mondo e dell’umanità, ma può anche distruggere. Non è la scienza che redime l’uomo. L’uomo viene redento mediante l’amore: non potrà mai essere redento semplicemente all’esterno.

      Il Marxismo e l’Illuminismo sono le due grandi speranze moderne dell’uomo che si sono contrapposte alla visione cristiana, hanno cioè relegato Cristo e la fede in un ambito individuale, affinché il campo della Storia fosse governato solo dall’uomo e dai suoi disegni di felicità. Ma tali prospettive sono miseramente fallite. E’ la Speranza che permette a tanti cristiani di affrontare le persecuzioni, e le tante ostilità e censure, opponendosi “allo strapotere dell’ideologia e dei suoi organi d’informazione”, rendendoli così capaci di rinnovare il mondo.

       Una Speranza che non è semplicemente un buon auspicio, un affidarci alla buona sorte: è una Speranza affidabile, in virtù della quale noi possiamo affrontare il nostro presente, anche il più faticoso, che può essere vissuto ed accettato se conduce verso una meta, se di questa meta noi possiamo essere sicuri e se è una meta così grande da giustificare la fatica del cammino.

      Ecco cosa ci può dire questo momento del nostro percorso: non fermiamoci davanti alle difficoltà, non scoraggiamoci davanti ai tanti ostacoli, ma proseguiamo nel nostro impegno per rendere “ragionevoli” ed accettabili per tutti, quei principi e quei valori che riteniamo universalmente importanti, per i cristiani e non. Tutto questo nella prospettiva del dialogo e del confronto che non vogliamo interpretare come rinuncia né nell’accettazione di qualunque cosa in nome della tolleranza. C’è un momento in cui occorre farsi carico delle responsabilità, senza neutralismi, non permettendo di confinare nel privato l’esperienza di fede, non mettendo la sordina sulle nostre radici cristiane che sono sorgenti di cultura e di civiltà e fonti della prospettiva di ragionevole Speranza per tutti.


Noè Ghidoni


 Torna ad inizio pagina 
Edizioni Traguardi Sociali | Trattamento dati personali