NOME UTENTE        PASSWORD  

Hai dimenticato la tua password?

Nell'ultimo numero di Traguardi Sociali:

Edizioni Traguardi Sociali

Via L.Luzzatti, 13/a 00185 ROMA
Tel: +39 06 700 5110
FAX: +39 06 700 5153
E-Mail: info@edizionitraguardisociali.it
PI: 07083501002
Traguardi Sociali

Stai sfogliando il n.17 Settembre / Ottobre 2005

Leggi la rivista in formato pdf Cerca numeri arretrati in archivio
.PDF Numero 17 (613 KB) Sfoglia l'archivio di Traguardi Sociali Sfoglia l'archivio di Traguardi Sociali

  Intervista al Presidente della Camera Pierferdinando Casini

Data di pubblicazione: Lunedì, 28 Novembre 2005

TRAGUARDI SOCIALI / n.17 Settembre / Ottobre 2005 :: Intervista al Presidente della Camera Pierferdinando Casini

La laicità dello Stato l’ha inventata De Gasperi



INTERVISTA AL PRESIDENTE DELLA CAMERA PIERFERDINANDO CASINI


       E’ il Presidente della Camera, ma è soprattutto il leader indiscusso di quanti sono impegnati in politica nell’area che fu dei democratici cristiani. Pierferdinando Casini nel suo ruolo di numero tre dello Stato in questi anni si è distinto per serietà istituzionale, senso del dovere e delle istituzioni, aperto al dialogo, ma fermo sui suoi principi. Per Casini è facile pronosticare un ruolo ancora più importante al servizio della cosa pubblica. A lui va dato il merito della chiarezza in questi tempi di confusione ideologica e culturale, oltre che politica. Perciò molti vedono in questo giovane leader un punto di riferimento per il futuro del nostro Paese.

       Abbiamo interpellato il Presidente Casini nell’imminenza di importanti avvenimenti culturali e politici, a pochi mesi dalle elezioni politiche, e nel pieno delle polemiche per la riforma del sistema elettorale in senso proporzionale, per le primarie più o meno finte della sinistra e per quelle ancora da decidere per il centrodestra. Ne è venuto fuori uno scambio assai significativo di vedute e di giudizi sulla realtà italiana, e un vero e proprio messaggio per le centinaia di delegati al nostro congresso nazionale di dicembre.



LA LAICITA' DELLO STATO L'HA INVENTATA DE GASPERI, NON LA SINISTRA. AI CATTOLICI E' RICHIESTO DI SVOLGERE UN RUOLO IMPORTANTE


Dall’11 settembre 2001 il mondo è cambiato. Il terrorismo sembra aver colpito al cuore l’occidente, non solo sul piano materiale, ma addirittura minandone le certezze e mettendone in crisi l’identità. Qual è la sua valutazione in merito?

       Ci siamo avviati con passo incerto in un mondo che si è rivelato, dopo la caduta del Muro di Berlino, contrariamente alle aspettative di tutti noi, meno sicuro. Un mondo segnato dal terrorismo fondamentalista, che ha colpito l’11 settembre a New York, l’11 marzo a Madrid e poi, a luglio, a Londra. Un mondo che per molti versi qualcuno vuole portare verso un conflitto di civiltà e di religione. Un mondo in cui le disparità sono ancora su livelli naccettabili, in cui i fenomeni migratori sono destinati ad aumentare in ragione del profondo divario esistente tra Nord e Sud. Ma è soprattutto un mondo colpito da una malattia ben più preoccupante per tutti noi: la crisi di identità delle società occidentali. La vediamo attraverso tanti fattori: la crisi dell’istituto familiare, la diffusione della droga, il distacco dei giovani dalla politica, la loro apatia, la crisi dell’Europa, alla quale non si può rispondere con l’ ‘euro-ottimismo’ di maniera, che ha fatto il suo tempo.

Insomma una crisi profonda e generale che ha investito l’Europa, come abbiamo visto anche in occasione dell’approvazione della Costituzione europea. Quale destino attende l’Europa sognata da De Gasperi, Schuman e Adenauer ?

       Non è più il tempo delle celebrazioni: è il momento delle analisi. Di questo abbiamo bisogno affinché l’Europa riparta: un percorso e un progetto. Non era difficile immaginare che questa Costituzione non avrebbe scaldato il cuore degli europei. E' una Costituzione troppo debole, troppo fragile; una Costituzione che non ha avuto neanche il coraggio di dire chi siamo, da dove veniamo e dove vogliamo andare. Un coraggio che non è mancato ad un uomo straordinario che, in un tempo così confuso, ci ha orientato con una frase semplice: “Non abbiate paura”. Giovanni Paolo II è stato un grande riferimento per tutti, cattolici e laici. Egli ci ha proposto il messaggio evangelico nella sua interezza, senza fare sconti. I giovani - così restii a partecipare ai nostri comizi politici, ma che nelle sere dell’agonia del Papa si sono recati in piazza San Pietro - non gli hanno chiesto sconti, ma ne hanno accettato il messaggio nella sua interezza. Quei giovani hanno   capito che, con questo Pontefice, la Chiesa non rinunciava a parlare ai poveri, ma non accettava nemmeno di ridursi a una grande organizzazione non governativa capace solo di amministrare opere di carità. Certamente la Chiesa continuerà a fare opere di carità. Ma il messaggio evangelico che Karol Wojtyla ci ha consegnato è ben più complesso. E' in questo contesto che il referendum sulla procreazione assistita ha fatto irruzione nella vita pubblica del Paese.

A proposito di referendum: quale insegnamento dobbiamo trarre dalle polemiche di quei giorni che sembrano ritornare attuali anche oggi, dopo che il cardinale Ruini ha ‘osato’ ricordare l’insegnamento della Chiesa sulla famiglia ?

       Voglio lasciare da parte le polemiche sull'astensionismo. I Presidenti delle Camere, io stesso e il Presidente Pera, non siamo minorati nei nostri diritti e abbiamo difeso una legge. Ma rimane una domanda: abbiamo capito bene che cosa è successo? Vi è stato un attacco alla laicità dello Stato oppure, come qualcuno si ostina ancora a dire, si è trattato di un rigurgito di clericalismo o, ancora, di qualcosa di diverso? è avvilente che qualcuno, oggi, ai figli di De Gasperi spieghi che la laicità dello Stato è un valore. Prima di De Gasperi ci fu qualcuno, molti anni fa, che disse “Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”. Noi non abbiamo bisogno di queste predichette: siamo cattolici adulti e siamo laicamente impegnati nelle istituzioni pubbliche e nella vita dello Stato. C’è chi vuole uno Stato ed istituzioni pubbliche senza Dio e senza religione. Uno Stato che, in nome di un malinteso senso di laicità - come accade a Chirac in Francia - impedisce alle ragazze musulmane di portare il velo e ritiene che il piccolo crocifisso che i nostri genitori hanno sempre visto nelle loro scuole sia un crimine di lesa maestà nei riguardi della laicità delle istituzioni. Nessuno di noi si sente vulnerato o minorato: quel piccolo crocifisso è il segno della nostra identità, delle nostre radici. E lo è anche per chi non crede, non va in Chiesa la domenica e non ha il dono della fede. Il referendum, però, ha dimostrato qualcosa di più. Ci ha chiarito con forza che al centro del terzo millennio c'è la questione antropologica, in cui vengono in discussione l'uomo ed il suo futuro.

Cosa intende dire?

       In Europa è esplosa in tutta la sua forza, come dicevo, la questione antropologica. Il tema principale è quello del futuro dell'uomo nel mondo del benessere, che ci propone modelli di corto respiro. Su questo tema la Chiesa scende in campo offrendo le sue verità, anche scomode e sgradite, che non corrispondono né ai nostri stili di vita né alle nostre convenienze personali. Per noi è difficile sintonizzarci con la Chiesa. Anche per noi - che qualcuno definisce ‘clericali’ - sui temi del matrimonio, dei contraccettivi, della sessualità, non è semplice accettare quello che la Chiesa ci dice. Ma il messaggio evangelico - e questa è la novità dell’attuale pontificato e del precedente - si legge nella sua interezza. Non sono ammesse letture di comodo. Noi dobbiamo capire la conseguenza, per il mondo cattolico italiano, e anche per la politica, di quello che è successo in questi ultimi mesi. La Chiesa vuol portare Cristo e la sua verità, tutta intera, nel mondo. Il mondo guarda alla Chiesa perché ha bisogno di questa verità. Ha bisogno di dire basta alla manipolazione dell’uomo, ai nuovi idoli, ad una ricerca senza limiti che propone la fabbrica della finta perfezione umana. Più il messaggio è chiaro e privo di ipocrisia, più esso conquista anche chi non ha il dono della fede, abbraccia laici e cattolici, si dirige a un’umanità senza confini. Questa è la grande portata del referendum, altro che affermazione clericale! è su questa base che alcuni laici, come il Presidente del Senato Pera, hanno fatto affermazioni che io ritengo di straordinario valore. I temi della vita, dell’embrione, del futuro dell’uomo appassionano e non dividono, come qualcuno invece vorrebbe. Lo steccato fa comodo, ma non ai cattolici. Fa comodo a chi ritiene di essere portatore di una sorta di laicismo e di radicalismo che, a mio parere, non devono trovare spazio nella società italiana.

Un altro tema ‘caldo’ del nostro tempo è la questione sociale: cosa si può fare per evitare il conflitto generazionale che si profila all’orizzonte?

       Dobbiamo capire che l'Italia, per salvarsi, ha bisogno di verità. E il dovere della verità non coincide con le nostre piccole verità di comodo, che sempre meno convincono i cittadini. Non siamo più in grado di vivere al di sopra delle nostre possibilità. Dobbiamo fare sacrifici se vogliamo evitare, negli anni prossimi, una gigantesca rivoluzione generazionale, perché non saremo in grado di dare ai nostri figli quello che siamo riusciti a procurare a noi. Ecco perché andava fatta prima e meglio la riforma pensionistica. Andava fatta non dico in questa legislatura, bensì quando il professor Prodi, illustre espressione del mondo accademico italiano, chiedeva di fare la riforma delle pensioni mentre in piazza Berlusconi veniva processato dal Sindacato. Era il 1993: è passato parecchio tempo ed è passato colpevolmente, soprattutto perché tutto questo ritardo ha finito per allargare la forbice e lo squilibrio fra i giovani e gli anziani. I problemi li conosciamo. Perché gli investimenti americani in Italia sono un quinto del penultimo Paese in cui gli Stati Uniti investono in Europa? E ancora: la scarsa flessibilità nel mercato del lavoro, il malfunzionamento della pubblica amministrazione, la criminalità in alcune aree del Paese, l'eccessiva evasione fiscale, i tempi infiniti della giustizia. Su uno di questi punti il Governo è intervenuto e, a mio parere, lo ha fatto in maniera opportuna. Mi riferisco alla legge Biagi. Se prende le statistiche sull'occupazione, vedrà che i pochi elementi di luce che sono arrivati in questi ultimi tempi sono proprio il frutto di questo intervento legislativo. E' il segno che le difficoltà vanno affrontate: non vogliamo e non possiamo gettare la spugna.

Presidente c’è qualcosa che vorrebbe dire ancora, per concludere?

       Sì, desidero ringraziare la dirigenza del Movimento Cristiano Lavoratori e il suo Presidente per la costanza e l’impegno con cui, in questi anni, hanno assunto anche posizioni impopolari nella società italiana. L’impopolarità è a volte uno scotto da pagare per affermare le proprie idee e, d’altra parte, un tono di anticonformismo nella presenza dei movimenti coincide con più pluralismo culturale e sociale. Auguro al Movimento Cristiano Lavoratori, in vista del prossimo Congresso nazionale, di continuare a essere quella voce libera e autentica che rende più viva e forte la nostra società.

 Torna ad inizio pagina 
Edizioni Traguardi Sociali | Trattamento dati personali