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  Il XIII Congresso MCL

Data di pubblicazione: Sabato, 16 Febbraio 2019

TRAGUARDI SOCIALI / n.93 Marzo / Aprile 2019 :: Il XIII Congresso MCL

Forti della nostra identità.
Attraverso il lavoro, costruttori di speranza in Italia e in Europa

è stato un Congresso vivo, partecipato, appassionante, il XIII Congresso del Movimento Cristiano Lavoratori (MCL) che si è tenuto a Roma, all’Ergife Palace Hotel, dal 25 al 27 gennaio, significativamente intitolato “Forti della nostra identità. Attraverso il lavoro, costruttori di speranza in Italia e in Europa”. Un Congresso di cui si parlerà a lungo, tutto incentrato su tre cardini fondamentali dell’essere Movimento cattolico al servizio del bene comune: l’‘identità’, il ‘lavoro’, la ‘speranza’.
Ma, soprattutto, un Congresso che ha scandito una tappa fondamentale per il MCL e, più in generale, per tutto il mondo cattolico.
E non solo per l’entusiastica partecipazione degli oltre 700 delegati provenienti da tutta Italia e dall’estero, ma anche per l’attualità delle tematiche affrontate, oltre che per la qualità delle proposte e delle idee emerse che hanno determinato la straordinaria attenzione che il mondo istituzionale ha voluto dedicare all’appuntamento. La kermesse congressuale si è aperta venerdì 25 con la prolusione di Mons. Filippo Santoro, Presidente della Commissione Episcopale per i Problemi Sociali e il Lavoro, la Giustizia e la Pace della Cei, nonché Arcivescovo di Taranto, il quale, partendo dalla necessità di richiamare le ragioni fondanti dell’impegno al servizio della società, ha evocato la necessità sempre più impellente di recuperare e valorizzare le radici cristiane che costituiscono l’essenza stessa dell’Europa. Un intervento a tutto tondo, quello del presule, il quale ha toccato i temi più scottanti sul tappeto della politica italiana e internazionale: dai migranti all’Europa (“non si può pensare ad un’Europa senza il Mediterraneo”, ha detto), passando per il lavoro (inteso nel solco della DSC come contrapposto “alla cultura dello scarto che prevale nel profitto dell’impresa a scapito della dignità del lavoro”), al reddito di cittadinanza (“una misura che ha senso come incentivo al lavoro, non come fatto assistenziale, in quanto la persona è degna quando può esprimersi e non quando ha un fondo di garanzia”), fino all’Europa che definisce “stanca e che ha perso i grandi ideali e l’attrattiva” rendendosi per questo “omogenea al mercato mondiale”. Quanto ai cattolici impegnati in politica e nel sociale, Mons. Santoro ha ricordato la necessità di lavorare a “un’area in cui i cattolici possano esprimersi e possano contare con il voto e con la rappresentanza”.
Qualificatissime e di primo piano le presenze del mondo della politica che hanno voluto onorare con la propria partecipazione l’Assise Congressuale MCL: su tutti il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, e il Presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani.
Il Premier Conte, in un articolato intervento che ha toccato i temi e le sfide che il Governo ha portato avanti negli ultimi sette mesi e rivendicato la “forza riformatrice del Governo del cambiamento”, ha colto l’occasione di lanciare una strizzatina d’occhio al mondo cattolico, sottolineando “il contributo dei cattolici alla cosa pubblica” e richiamando, significativamente, Papa Leone IV e l’Appello ai Liberi e Forti di don Sturzo, di cui ricorre quest’anno il centenario. Una presenza, quella del Prof. Conte ai lavori congressuali, affatto casuale, anzi sottolineata come una precisa scelta dalle stesse parole che il Premier ha rivolto al Presidente del MCL, Carlo Costalli: “Forse l’ho sorpresa accettando il suo invito a venire qui, ma questo Governo vuole dialogare con il vostro Movimento: pur nella diversità, non vi chiedo di condividere il nostro disegno riformatore, ma di prestare attenzione a progetti forti di un grande consenso sociale”, ha detto. Parole importanti, che sono il segno evidente di come il capillare lavoro che il Movimento in tutti questi anni ha messo in campo, ha lasciato una traccia importante per tutta la società, anche per la politica.
Un segnale decisamente lusinghiero, quello lanciato dal Primo Ministro, che il Presidente del MCL, Costalli, ha apprezzato rilanciando: “Siamo un Movimento di popolo – ha detto – tra la gente e per la gente, che in questi anni ha cercato di rappresentare un punto di riferimento in un Paese smarrito e attraversato da incertezze che hanno creato disgregazione sociale e disuguaglianze crescenti”. A fronte di tutto ciò è ora urgente riannodare i fili di una società in profonda crisi valoriale, una crisi strettamente legata a quella economica: “il nostro ruolo è quello di diventare protagonisti sempre più attivi, di assumerci con responsabilità e coerenza un ruolo essenziale nel cambiamento e per il cambiamento”.
Un ruolo e una responsabilità che richiamano da vicino l’esigenza dei cattolici di “aprire un tempo nuovo, in cui essi non si rassegnino all’irrilevanza”, ha aggiunto Costalli.
Per perseguire questo progetto, secondo il leader del MCL, “si deve ripartire da una politica che sia in grado di rinnovare le sue stesse modalità di esercizio, abbandonando verticismi e autoreferenzialità” per abbattere quella distanza dai problemi della gente, delle famiglie e delle aggregazioni sociali: una distanza che negli ultimi anni è diventata terreno fertile per l’antipolitica e la disaffezione per la vita democratica”.
Costalli non ha mancato di sottolineare alcuni ‘distinguo’ e perplessità di fondo rispetto alle linee del Governo: “Senza misure di sviluppo, con lo spettro della recessione, chi pagherà il conto? Ancora i giovani, gravati da un nuovo e più pesante fardello di debito?”, ha affondato il Presidente del MCL davanti a una platea gremita.
Su posizioni sostanzialmente distinte rispetto a quelle espresse dal Premier Conte, si è detto anche l’On. Antonio Tajani, Presidente del Parlamento Europeo, il quale – con ciò di fatto accogliendo le notazioni critiche del Presidente Costalli – ha detto senza grandi giri di parole: “Non sono d’accordo con il Premier: bisogna fare di tutto per dare lavoro a un giovane del Sud”, ha attaccato.
“A mia figlia non darei 800 euro per non fare niente - ha continuato -. Ci sono migliaia di giovani che studiano il giorno e lavorano la sera guadagnando due o trecento euro al mese.
Se togliamo dignità al lavoro, perdono la voglia di vivere e lo slancio: possono finire in discoteca o con una siringa al braccio, è diseducativo”. E ancora: “Se fossi stato il Premier avrei usato quei soldi per pagare i contributi che un’impresa versa quando assume.
Con cinque miliardi si sarebbero potuti pagare contributi per migliaia di giovani”. Poi Quota 100: “le imprese non riassumeranno e, inoltre, non è vero che nelle imprese uno vale uno”. Quanto al Decreto dignità, per Tajani è un provvedimento che ha fatto perdere decine di migliaia di posti di lavoro: vorrei solo posti a tempo indeterminato, ma meglio i voucher e i posti a tempo determinato che il lavoro nero e lo sfruttamento”. Infine, sulla la tanto discussa Tav, il Presidente del Parlamento Europeo ha ricordato che “non è un capriccio” e che comunque “un Paese che vuole crescere deve costruire infrastrutture”.
Si tratta di questioni dirimenti per il futuro del Paese, sulle quali è intervenuto anche il Sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, Claudio Durigon, il quale, in un messaggio inviato al Congresso del MCL, ha affermato che “la piena occupazione resta una delle questioni centrali per lo sviluppo e il rilancio di tutto il Paese e per il benessere dei cittadini”.
Temi importanti, che costituiscono il nucleo da cui ripartire per rilanciare il Paese, affrontati davanti a una platea di veri e propri esperti in materia: a partire da Piero Ragazzini, Segretario Confederale Cisl, a Carmelo Barbagallo, Segretario Generale Uil, a Paolo Capone, Segretario Generale Ugl, tutti presenti ai lavori. Un’attenzione, quella del mondo sindacale italiano, confermata anche dal messaggio inviato da Susanna Camusso, Segretario Generale Cgil, impegnata in quei giorni a Bari per il congresso della sua Associazione.
E ancora, tra i presenti in sala, significative sono state le presenze oltre del mondo sindacale e dei corpi intermedi in generale, anche della politica, del giornalismo e della cultura: da Angelo Raffaele Margiotta, Segretario Generale Confsal, a Gigi De Palo, Presidente del Forum delle Associazioni Familiari, a Roberto Rossini, Presidente delle Acli, a Salvatore Martinez, Presidente di Rinnovamento nello Spirito, a Marina Casini Bandini, Presidente del Movimento per la Vita, a Roberto Trucchi, Presidente Misericordie, a Claudia Fiaschi, Portavoce del Forum del Terzo Settore, a Massimiliano Padula, Presidente del Copercom, a Don Maurizio Giarretti, Presidente Faci. E ancora: Giancarlo Cesana, leader storico di Comunione e Liberazione, l’On. Lorenzo Cesa dell’Udc, Vincenzo Conso Segretario Icra, il giornalista Andrea Barbano, già Direttore de Il Mattino, il Prof. Lorenzo Ornaghi, già Rettore dell’Università Cattolica nonché Ministro della Repubblica.
Particolarmente nutrita anche la sezione dei partecipanti dall’estero: fra tutti vogliamo ricordare il saluto di Fritz Neughbauer, vicepresidente Ueldc, ma anche le qualificate delegazioni che Eza e Ueldc hanno inviato ai lavori del Congresso MCL. E poi ancora, per citare solo alcune delle organizzazioni estere presenti: Napredak con il proprio presidente Franjo Topic, il Centro Regina Pacis attivo in Moldova sotto la guida di Don Cesare Lodeserto, Vicario Episcopale della diocesi di Chisinau, in Moldavia. E, non certo ultimo in ordine di importanza, il Patriarca Emerito Latino di Gerusalemme, Mons. Fouad Twal.
I lavori si sono conclusi domenica con l’elezione dei nuovi componenti del Consiglio Generale MCL, cui spetterà nella prima seduta utile, l’elezione del nuovo Presidente Nazionale del Movimento e dei suoi massimi organi.
Sul XIII Congresso del MCL - che tanto clamore ha suscitato per l’attenzione destata, per l’entusiasmo dei partecipanti e per l’importanza dei temi messi al centro del dibattito – cala ora il sipario. Ma è un Congresso che in tanti ricorderemo a lungo e che, c’è da scommetterlo, ancora per molto tempo continuerà a influenzare il dibattito sui tavoli della politica italiana e non solo.

Fiammetta Sagliocca
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