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  Il protagonismo politico dei cattolici per il “bene comune”

Data di pubblicazione: Domenica, 12 Novembre 2017

TRAGUARDI SOCIALI / n.86 Novembre / Dicembre :: Il protagonismo politico dei cattolici per il “bene comune”

A Torino un Seminario su politica e mondo cattolico

“Sono persuaso che i laici cattolici abbiano molto da dire e da offrire all’Italia. Vorrei che una cosa fosse chiara per tutti: questo Paese non sarà mai migliore senza cattolici impegnati in politica e nel sociale”. Solo l’indomani si sarebbero lette, in un’intervista concessa dal presidente della Cei ad Avvenire, queste parole del cardinale Gualtiero Bassetti, ma alle stesse conclusioni era giunta, già il giorno precedente, sabato 21 ottobre, la qualificata rappresentanza di esponenti del mondo cattolico riunitisi, presso la sede de “Il Laboratorio” a Torino, per il seminario “Una nuova stagione dei cattolici in politica. Dopo la testimonianza, ricostruire la presenza”. Un’occasione di confronto e riflessione promossa dal sodalizio culturale torinese, che edita l’omonimo mensile, unitamente alla Fondazione Italiana Europa Popolare.
Introdotte da Mauro Carmagnola, presidente dell’associazione subalpina oltre che del MCL piemontese, hanno avviato i lavori le pregnanti relazioni del professor Michele Rosboch (Università di Torino) e del vicepresidente del Movimento Cristiano Lavoratori, Vincenzo Massara.
Il primo, anche richiamandosi al pensiero del purtroppo spesso rimosso Augusto Del Noce, ha evidenziato come “la presenza politica dei cattolici è decisiva solo quando viene sviluppata secondo tutta la loro identità. Se si frantuma artificialmente l’unità dell’esperienza umana e cristiana, questa perde la propria originalità. Ciò avviene, a volte, senza piena consapevolezza, ma senza una presenza secondo la totalità viene meno anche la testimonianza”. Il professore ha indicato tre direttrici fondamentali: “la decisività del giudizio culturale che parte dalla centralità della persona umana e la difesa della libertà come testimonianza in azione della verità; la corretta definizione del potere, che parta dalla consapevolezza che Cesare non è Dio; l’importanza dei corpi intermedi e il compito della politica di far sì che ci valga il ‘più società, meno Stato’”.
L’avvocato Massara ha posto tre capisaldi: la vitalità della Dottrina Sociale della Chiesa, il recupero del senso profondo del popolarismo sturziano e un richiamo forte alla “Nota Dottrinale circa alcune questioni riguardanti l’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica” redatta dalla Congregazione per la Dottrina della Fede (24 novembre 2002). Del documento, in particolare, ha posto in risalto il passaggio che evidenzia come “è avvenuto in recenti circostanze che anche all’interno di alcune associazioni o organizzazioni di ispirazione cattolica, siano emersi orientamenti a sostegno di forze e movimenti politici che su questioni etiche fondamentali hanno espresso posizioni contrarie all’insegnamento morale e sociale della Chiesa. Tali scelte e condivisioni, essendo in contraddizione con principi basilari della coscienza cristiana, non sono compatibili con l’appartenenza ad associazioni o organizzazioni che si definiscono cattoliche”.
I presenti sono poi liberamente intervenuti in riferimento ai contenuti delle relazioni o proponendone di nuovi. Particolarmente intenso l’intervento del già assessore alla Cultura della Regione Piemonte, Giampiero Leo. Da segnalare, anche, l’analisi sulla “crisi dell’ideologia globalista” proposta dal vicepresidente della Fondazione Italiana Europa Popolare, Pietro Giubilo.
Al termine, sullo stesso tema del seminario, primo appuntamento del nuovo format video “Il Confronto”. Intervenuti anche, oltre al moderatore e ai relatori: Antonio Di Matteo (Presidente della Fondazione Italiana Europa Popolare), Pietro Giubilo (già sindaco di Roma e vicepresidente della Fondazione Italiana Europa Popolare), Giovanni Gut (Ufficio Studi MCL) e l’estensore di questa cronaca.
L’incontro torinese è stato sicuramente un passaggio di quel necessario percorso di rete tra quanti continuano ad essere convinti che il protagonismo politico dei cattolici sia un vero servizio al “bene comune” e alla necessaria riabilitazione della politica.

Marco Margrita
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