NOME UTENTE        PASSWORD  

Hai dimenticato la tua password?

Nell'ultimo numero di Traguardi Sociali:
Traguardi Sociali

Stai sfogliando il n.86 Novembre / Dicembre

Leggi la rivista in formato pdf Cerca numeri arretrati in archivio
.PDF Numero 86 (5231 KB) Sfoglia l'archivio di Traguardi Sociali Sfoglia l'archivio di Traguardi Sociali

  “Riprendiamo la strada dell’informazione responsabile”

Data di pubblicazione: Lunedì, 13 Novembre 2017

TRAGUARDI SOCIALI / n.86 Novembre / Dicembre :: “Riprendiamo la strada dell’informazione responsabile”

Parla Mimmo Delle Foglie

Dove va la comunicazione? Quali le responsabilità nel raccontare la complessa realtà dei nostri tempi? E la stampa cattolica, in particolare, è capace di educare alla pace e di incidere positivamente sulla realtà?
Ne abbiamo parlato con Domenico Delle Foglie, giornalista cattolico di provata esperienza: già Vicedirettore di Avvenire, poi Direttore di Agensir e Presidente di Copercom.

Il tessuto sociale italiano presenta oggi profonde ferite e lacerazioni, conseguenza di una lunga quanto severa crisi, economica ma prima ancora valoriale. In questo contesto è evidente come la stampa abbia importanti responsabilità nel raccontare le storie e le ferite, i sogni e le sconfitte di una società che stenta a (ri)trovare le ragioni della solidarietà. Cosa ne pensa?
Innanzitutto va detto che lo stesso sistema dell’informazione ha subito duramente i contraccolpi della più lunga recessione che abbia investito il Paese. L’impoverimento dell’informazione è apparso evidente, anche a causa del mancato ricambio generazionale nelle redazioni. Crollo delle vendite e del mercato pubblicitario hanno fatto il resto. Molte testate (anche cattoliche) sono scomparse.
In questo quadro generale, l’informazione ha perso la bussola e ha fatto fatica a riflettere sulla propria responsabilità civile, prima adagiandosi sul bipolarismo politico, poi assecondando le pulsioni populiste e infine inseguendo le sirene della democrazia diretta. O addirittura rassegnandosi al gossip, se non alle fake news. Riprendere la strada dell’informazione responsabile è difficile, ma non impossibile.

Come ha sottolineato il Cardinale Bassetti nella sua prolusione all’ultimo Consiglio Permanente della Cei, ai cattolici in particolare spetta “una responsabilità altissima verso il Paese”: come si può esercitare al meglio questa responsabilità? Ossia cosa c’è da correggere o da migliorare, a suo avviso, nel modo corrente di fare informazione?
Mi limito a qualche suggestione. Innanzitutto occorre riequilibrare il racconto sociale fra Centro e Periferie. Uscendo dall’equivoco (voluto) in base al quale tutto il male sta al Centro e tutto il bene sta nelle Periferie (geografiche, sociali ed esistenziali). La vita, quella vera, è molto più complicata e ha mille sfumature che vanno colte e rispettate. Basti pensare alla sottovalutazione se non al disprezzo (anche da parte dell’informazione) nei confronti dei corpi intermedi, il cui ruolo è stato per decenni decisivo nel rapporto tra popolo e istituzioni, fra popolo e democrazia, fra popolo e territori. E’ dunque necessario tornare a riflettere seriamente su queste dimensioni, in cui il popolo ha certamente un ruolo centrale. Ma il popolo va rispettato e ascoltato, non usato o strumentalizzato.
All’informazione cattolica, come anche al mondo associativo, va riassegnato e riconosciuto quel ruolo di “rammendo” del Paese a cui ha fatto esplicito riferimento il cardinale Bassetti. E qui si gioca la “responsabilità altissima” dei cattolici.

Informare significa anche formare. In questo periodo tuttavia sempre più assistiamo a un’informazione urlata, capziosa, non veritiera, dove le fake news e le offese verbali imperano: tutto ciò in nome di un presunto gradimento da parte del pubblico. Eppure abbassare l’asticella della qualità del servizio informativo rischia di generare nuovi mostri… A quali rischi andiamo incontro a suo modo di vedere?
L’involgarimento dell’informazione, soprattutto televisiva e radiofonica è sotto gli occhi di tutti. La volgarità è spesso accompagnata da sciatteria e partigianeria.
E’ davvero quello che vuole il pubblico? Oppure è una corsa al ribasso che punta sulla parte più oscura dell’animo umano per ricavarne un beneficio in termini di audience?
Scavando scavando, il confine o il limite viene spostato sempre più in là. Sino a raggiungere il punto di non ritorno. Come sanno tutti gli operatori dell’informazione il limite non può essere che quello della coscienza di ciascuno.
Dunque, si tratta di una questione etica che deve fare i conti con gli interessi delle aziende di comunicazione.
Ma questa è una partita che si può vincere solo sul piano culturale.

L’Italia, secondo il rapporto annuale di Reporters sans Frontières, risale nella classifica mondiale della libertà di stampa dal 77esimo al 52esimo posto. Come commenta questa situazione?
Dovremmo brindare, ma l’Italia è un Paese del G7. Quindi, abbiamo tanta strada da fare. Piuttosto dovremmo chiederci se il nostro Paese, vittima sempre più del relativismo e del pensiero unico, non debba interrogarsi sulla capacità di dare davvero la parola a tutti. I cattolici, ad esempio, hanno voce nello spazio pubblico? Sul piano formale nulla da eccepire: se stanno zitti, come pensano di farsi ascoltare? O se parlano solo alcuni soggetti (magari quelli più in sintonia con il pensiero unico dominante), non sarà colpa dell’informazione. Ma sul piano concreto: quali mezzi di informazione di ispirazione laica (la stragrande maggioranza) cerca la voce dei cattolici, di tutti i cattolici? Per fortuna parlano il Papa e i vertici della Cei. Ma, concedetemi una piccola annotazione che non suoni polemica: il mondo cattolico non finisce con i bravissimi amici di Sant’Egidio o con lo storico Alberto Melloni. Anzi…

Il racconto della carità, come pure delle tante belle storie di solidarietà quotidiana, trovano sempre meno spazio nei mass media. Cosa fare per invertire la rotta?
Forse occorre costruire una nuova generazione di giornalisti a cui stia a cuore il racconto della carità e della solidarietà. E magari i media cattolici dovrebbero fare massa critica. Già queste sarebbero due buone notizie.

Fiammetta Sagliocca
 Torna ad inizio pagina 
Edizioni Traguardi Sociali | Trattamento dati personali