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  Nuovi tagli a Patronati e Caf nella legge di stabilità 2016

Data di pubblicazione: Venerdì, 6 Novembre 2015

TRAGUARDI SOCIALI / n.74 Ottobre / Novembre 2015 :: Nuovi tagli a Patronati e Caf nella legge di stabilità 2016

I pesanti tagli lineari previsti dal Governo minano la qualità dei servizi alla persona

Torna di stringente attualità il tema dei tagli

contenuti nella bozza di legge di stabilità 2016, che andranno a colpire – fra gli altri – anche i Patronati ed i Caf. La bozza di legge licenziata e pubblicata, contiene, ancora una volta, provvedimenti che incidono fortemente sui Patronati ed i Caf. Dopo i provvedimenti contenuti nella finanziaria dello scorso anno, già fortemente penalizzanti, la linea politica non sembra affatto cambiata, anzi, dalla lettura del testo proposto risulta confermata la scelta di procedere ad un progressivo taglio, come se annualmente si volessero restringere gli spazi vitali dei servizi alla persona erogati da Patronati e Caf, con misure punitive che riguardano entrambi.
Per i primi, il taglio riguarda il fondo patronati con una riduzione della quota di finanziamento pari a 48 milioni di euro per l’esercizio finanziario 2016, con effetto sull’attività 2015; inoltre, è prevista la riduzione strutturale di prelevamento sul gettito dei contributi previdenziali per gli esercizi futuri a decorrere dal 2017, con riduzione dell’attuale aliquota dallo 0,207% allo 0,183%; infine, è prevista la riduzione degli acconti versati dal Ministero per l’attività svolta nell’anno di riferimento al 65%.
Per i Caf, invece, il taglio previsto è di 100 milioni.
La bozza di legge di stabilità prevede, infatti, che per questi ultimi le dotazioni finanziarie sono ridotte di 60 milioni di euro per l’anno 2016 e di 100 milioni di euro a decorrere dall’anno 2017. Oltre al fatto che si prevede anche che siano rideterminati i compensi spettanti ai centri autorizzati di assistenza fiscale in misura tale da realizzare risparmi di spesa.
Si tratta di tagli lineari, che vanno a colpire sia la capacità di gestione ordinaria degli enti con la riduzione dei flussi per cassa, sia le potenzialità di sviluppo dei servizi alla persona, in un momento in cui – si pensi al tema dei flussi migratori – la presenza sul territorio è ancor più strategica. Tutto questo mentre, contemporaneamente, si richiede ai Patronati e ai Caf uno sforzo enorme in termini di investimenti per adeguarsi alle mutate normative in materia di organizzazione e di servizi informatici, di capillare presenza sul territorio ed in termini di qualità dei servizi.
Sfide alle quali mai i nostri servizi si sono voluti sottrarre, ma che richiederebbero altro tipo di sensibilità e di riconoscimento del ruolo e del lavoro fatto e delle potenzialità future da parte del Governo, proprio in considerazione degli sforzi economici ed organizzativi che si stanno facendo per adeguarsi ai nuovi standard. Così facendo, la conseguenza che si rischia o, forse, si vuole ottenere, sarebbe quella di mettere in seria difficoltà un “pezzo” importante del mondo della sussidiarietà in Italia. Perciò, viene realmente da pensare che forse l’obiettivo ultimo sia proprio, se non di cancellare, quantomeno di ridimensionare l’ambito dei servizi alla persona offerti dai Patronati e dai Caf, penalizzando un servizio sociale di primaria importanza, gratuito per le persone, a dimostrazione di una mancanza di progetto e di visione prospettica per il futuro del welfare italiano.
Di tutto questo si può dare una lettura politica, e cioè che chi governa oggi va per la strada della disintermediazione tra potere e popolo, tra Stato e persone, eliminando il ruolo di mediazione sociale che oggi viene assolto – nella crisi della politica – quasi esclusivamente dai corpi intermedi che garantiscono la rappresentanza, dando voce alla gente e risposte ai bisogni. Questa mancanza di sensibilità trova conferma, ancora una volta, in questa bozza di legge di stabilità, che se fosse approvata assesterebbe un altro colpo al principio di sussidiarietà.
Se queste scelte fossero davvero espressione di una svolta in questo senso del sistema di welfare italiano, non potremmo che esprimere il nostro dissenso.
La strada dei tagli indiscriminati o, comunque, lineari, non porterà da nessuna parte. Non farà ottenere veri risparmi poiché i servizi dovranno pur essere forniti, con la conseguenza che la scelta politica contro la sussidiarietà si rivelerà una scelta contro la gente, contro quell’idea di società coesa e sussidiaria che da sempre trova grande sviluppo in questo Paese e che, viceversa, andrebbe rafforzata, proprio in un momento economico e sociale delicato come quello che stiamo attraversando.
Con il MCL metteremo in campo tutte le iniziative utili ed opportune, non solo per emendare la legge di stabilità 2016, ma per sollecitare l’attenzione sulla questione politica del ruolo dei corpi intermedi e della valorizzazione e del riconoscimento del loro ruolo determinante in termini di coesione e di dialogo sociale.

Guglielmo Borri
Presidente Patronato Sias
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