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  L'impegno del MCL in Eritrea

Data di pubblicazione: Domenica, 17 Novembre 2013

TRAGUARDI SOCIALI / n.62 Dicembre 2013 :: L'impegno del MCL in Eritrea

Prosegue l’impegno del MCL in favore della popolazione Eritrea, un Paese senza diritti

Il MCL prosegue il suo impegno in Eritrea, uno degli Stati più chiusi al mondo, dove vige incontrastato un regime spietato. Un Paese dove i diritti umani sono calpestati, le libertà fondamentali negate: non esiste libertà di stampa, di associazione, di pensiero e religiosa.
Non sono tollerati partiti politici d’opposizione, mezzi di informazione indipendenti ed organizzazioni della società civile. Migliaia di oppositori di coscienza e prigionieri politici sono detenuti arbitrariamente in condizioni spaventose ed è ancora un fenomeno diffuso l’impiego di tortura e maltrattamenti.
Ai giovani viene rubato il futuro: il servizio militare, anche per i minori, è illimitato e obbligatorio e non lascia spazio per progettare un futuro.
Tra l’altro, le reclute vengono impiegate per svolgere lavori forzati. Una situazione tanto difficile, per di più inasprita dalle condizioni di estrema e preoccupante miseria in cui sono costretti a vivere, induce i cittadini eritrei a continuare la fuga in massa dal Paese.
E’ una terra che non lascia speranze e ogni mese oltre quattromila persone, soprattutto giovani, tentano di oltrepassare i confini rischiando la morte: anche lasciare l’Eritrea non è semplice, tuttora è in vigore la prassi di “sparare per uccidere” su chi viene colto nel tentativo di varcare il confine.
Mentre per chi riesce nel tentativo di fuga, sono i familiari a pagare con multe dalle cifre esorbitanti per non finire in carcere. Ma scappare è solo l’inizio di un nuovo incubo perché gli eritrei vengono ricattati, subiscono estorsioni, torture, abusi sessuali, rapimenti in Sudan, Etiopia e Libia.
In un Paese così martoriato, prosegue l’impegno che il MCL si è assunto in favore della popolazione dell’Eritrea tramite la costruzione di opere sul territorio.
Ad Adisfeda (una zona desertica a circa 25 km. da Asmara) è stata realizzata la costruzione di una scuola materna per i piccoli dei paesi vicini e una scuola di taglio e cucito per ragazze abbandonate.
Si è provveduto inoltre alla costruzione del pozzo per l’acqua, dei bagni, delle stanze che ospitano i più piccoli e dell’impianto solare per l’erogazione di energia elettrica e acqua calda.
Inoltre, lo scorso anno, è stata organizzata la spedizione di un container di generi alimentari dal porto di Livorno destinazione Asmara. Ben dodici tonnellate fra pasta, farina, cereali ed altri beni di consumo a lunga conservazione.
Tutto questo in collaborazione con le Suore Cistercensi di Asmara che lavorano in uno dei contesti socio-politici tra i più disperati che si conoscano, in una zona difficile sia per l’aspetto geografico che per quello economico-sociale, un luogo dove nessun altro vuole andare.
Una goccia nell’oceano forse, ma comunque un seme di speranza per un popolo oppresso della cui tragedia umana nessuno, o quasi, parla.

Antonella Pericolini
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