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  Taccuino

Data di pubblicazione: Giovedì, 19 Gennaio 2012

TRAGUARDI SOCIALI / n.51 Gennaio / Febbraio 2012 :: Taccuino

Taccuino

IL PATRONATO SIAS MCL APRE UNA NUOVA SEDE A CHISINAU
Dal 1° gennaio il Patronato Sias del MCL, ha aperto una nuova sede all’estero, e precisamente a Chisinau, capitale della Moldavia.
L’apertura della sede avviene a seguito di un accordo di collaborazione fra il MCL e la Fondazione Regina Pacis che ha sede proprio a Chisinau, dove svolge la sua attività nel campo della tutela dei diritti della persona e dell’assistenza sociale. L’accordo è stato definito nel corso di un incontro presso la sede nazionale del MCL cui ha partecipato anche il Presidente della Fondazione Regina Pacis, Mons. Cesare Lodeserto.
Una visita a Chisinau del Direttore e del Vicedirettore del Patronato Sias del MCL, Nicola Napoletano e Alfonso Luzzi, ha definito gli ultimi dettagli organizzativi. Oggetto dell’accordo la collaborazione per l’attività d’informazione, consulenza e tutela dei cittadini moldavi che fanno rientro in Moldova dopo aver lavorato in Italia, come pure dei cittadini moldavi che intendono a vario motivo recarsi in Italia e dei cittadini italiani che fissano la residenza in Moldova.
Con l’apertura di questa nuova sede il MCL rafforza ulteriormente la sua capillare rete di presenza all’estero e, in particolare, in quei Paesi dove più incisiva è la presenza dei cittadini italiani immigrati.

CAMERON: «SIAMO UN PAESE CRISTIANO E NON DOVREMMO AVER PAURA A DIRLO»A differenza dei suoi predecessori laburisti che non hanno mai parlato di religione durante gli anni trascorsi a Downing Street (un assistente di Tony Blair affermò persino: “Qui non ci occupiamo di Dio”), David Cameron ha sottolineato la necessità di un ritorno ai valori cristiani per controbilanciare il “collasso morale” della Gran Bretagna.
Durante un incontro a Oxford, per celebrare i quattrocento anni della Bibbia di St. James, il premier britannico Cameron ha dichiarato “Siamo un Paese cristiano e non dovremmo aver paura a dirlo. Voglio essere molto chiaro: non sto dicendo che avere un’altra fede, o non averla affatto, sia in qualche modo sbagliato. So che molte persone in questo Paese non hanno una religione e le rispetto. E sono incredibilmente orgoglioso che la Gran Bretagna ospiti così tante e diverse comunità religiose che contribuiscono a rendere il nostro Paese più forte”.
“Purtroppo”, ha continuato Cameron davanti alla platea di accademici, “il detto ‘vivi e lascia vivere’ è diventato ‘fai pure quello che vuoi’ ed è sbagliato pensare che difendere la propria cristianità significhi offendere le altre fedi”.
“La Bibbia”, ha proseguito il premier, “ha conferito a questa nazione i valori su cui è cresciuta e grazie ai quali è diventata il Paese di oggi”.
“E la tolleranza che la cristianità richiede fornisce spazio anche alle altre fedi religiose”.
Una posizione che la stampa non ha sottovalutato, visto l’equilibrio politically correct che da tempo sta segnando le scelte di governo britannico e della società civile.

LA “NUOVA SPAGNA” CAMBIERà LA DISCUSSA LEGGE SULL’ABORTO
La vicepremier spagnola, Soraya de Santamaria, lo scorso 23 dicembre nella sua prima apparizione pubblica ha annunciato che il nuovo governo di centrodestra, guidato da Mariano Rajoy, modificherà la legge di depenalizzazione dell’aborto approvata dal Parlamento di Madrid per iniziativa del governo socialista di Jose’ Luis Zapatero.
Al centro dei mutamenti legislativi annunciati ci sarà la riforma della norma che attualmente consente alle ragazze spagnole tra i 16 e i 18 anni di abortire senza che ne siano informati i genitori. L’ex governo, infatti, aveva stabilito che qualsiasi minorenne potesse abortire senza nessun limite nelle prime 14 settimane dal concepimento.
Con la modifica annunciata dal Partito Popolare, invece, tutte le minorenni che decideranno di interrompere la gravidanza dovranno prima ottenere l’autorizzazione del padre o del tutore.
Una dichiarazione sicuramente generica, ma di grande importanza per due motivi. Il primo, la tempestività con la quale il neo governo ha annunciato questa modifica legislativa: subito dopo il primo Consiglio dei Ministri, indicando così la grande importanza che questa riforma, già promessa in campagna elettorale, riveste. Il secondo, la netta linea di demarcazione con l’operato del governo precedente, quasi a voler indicare la fine di un’era e l’inizio di un nuovo capitolo per la Spagna.
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