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  VENDOLA COME LA PIRA? HANNO PERSO LA TESTA...

Data di pubblicazione: Mercoledì, 24 Marzo 2010

TRAGUARDI SOCIALI / n.40 Marzo / Aprile 2010 :: VENDOLA COME LA PIRA? HANNO PERSO LA TESTA...

DOMENICO DELLE FOGLIE

Riportiamo integralmente un fondo del giornalista e amico Domenico Delle Foglie, portavoce di ‘Scienza & Vita’, il quale sul periodico on-line che egli stesso dirige, Piuvoce.net – Cattolici in Rete, commenta argutamente la campagna elettorale pugliese sottolineando la crisi e la confusione dei valori cattolici.
“In cosa Nichi Vendola è diverso da Giorgio La Pira? La sola differenza è che per quest’ultimo è in atto il processo di beatificazione”. Ci stropicciamo gli occhi e pensiamo di non aver letto bene. Eppure, non abbiamo bevuto nulla che possa aver alterato la nostra percezione.
Queste parole, testuali, le abbiamo tratte da un commento, per altri versi interessante, ospitato recentemente da uno storico quotidiano del Sud come “La Gazzetta del Mezzogiorno”, a firma di Loredana Capone, esponente del Pd, proveniente dalle file dei popolari e vicepresidente della Regione Puglia. L’affermazione che abbiamo riportato sta lì a dimostrare quanto supponevamo: molti pugliesi orientati a sinistra, cattolici democratici compresi, sono letteralmente innamorati di Nichi
Vendola e hanno trovato in lui il loro “campione”.
Proseguiamo con un altro passaggio significativo dell’articolo: “Il Pd è il luogo naturale dove il cattolico democratico Nichi Vendola può spendere il suo impegno e la sua passione civile. Il cattolicesimo democratico, infatti, non è una ideologia, un pensiero statico, ma un insieme di biografie, di storie, legate da una idea alta della politica vissuta come la maniera più esigente di vivere la carità”.
Ovvero tutto, tranne che un riferimento ideale ad una religione, ad una tradizione, ad un popolo,quello dei credenti. Come vedete, abbiamo di proposito evitato di citare un’etica o un’antropologia umana di riferimento che da quelle ispirazioni ideali possono discendere, perché forse sarebbe chiedere troppo a chi sembra rimodellare la presenza dei cattolici in una qualunque formazione politica, di sinistra destra o di centro non importa, sulla semplice biografia personale. Quella che spinge Capone a paragonare il governatore pugliese addirittura a La Pira. E a ipotizzare, per analogia, che magari un giorno la Chiesa aprirà le sue braccia a Vendola per un processo di beatificazione.
Ora, lo sciocchezzaio della politica è pieno di iperboli e di battute a perdere, ma qui siamo oltre la soglia delle decenza intellettuale, tanto che ci chiediamo come Vendola possa favorire questo culto della personalità che più che avvicinarlo a La Pira, giorno dopo giorno può spingerlo nella galleria dei comandante Marcos e dei Chavez.
Proprio perché non vogliamo credere alla stoltezza politica di Vendola, sarà meglio che non esageri e metta a tacere al più presto tutti i laudatores e i corifei. Già troppe volte lui stesso ha vantato l’amicizia con l’indimenticabile don Tonino Bello che, purtroppo, non può più dire la sua. E siamo certi che oggi gli suggerirebbe di abbassare i toni.
Va bene vestire i panni del poeta-politico, ma vantare una biografia come la sua e paragonarla a quella di La Pira, è a dir poco sconveniente. Un governatore non è chiamato a riscrivere l’antropologia, si limita a governare. Se possibile, in favore dei cittadini (tutti i cittadini) e onestamente. Magari controllando meglio i suoi collaboratori, soprattutto quando un uomo solo, l’assessore alla sanità, gestisce l’85 per cento del bilancio regionale.
Tangenti & misfatti non possono essere poesia neppure per Vendola. Anche se a lui non è stato applicato il teorema del “non poteva non sapere”.
Dimenticavamo: quel teorema vale solo per alcune aziende e per alcune parti politiche. Perché la politica, invece, è roba per poeti.

Domenico Delle Foglie
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