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  VERSO LE ELEZIONI REGIONALI

Data di pubblicazione: Mercoledì, 24 Marzo 2010

TRAGUARDI SOCIALI / n.40 Marzo / Aprile 2010 :: VERSO LE ELEZIONI REGIONALI

MANIFESTO DELLA FONDAZIONE ITALIANA EUROPA POPOLARE

E' in un pesante clima di tensione e di scontro che l’Italia si avvia verso le elezioni regionali del prossimo marzo. Un clima tale da impedire la realizzazione di quelle profonde e condivise riforme istituzionali di cui il Paese ha urgente bisogno. Le prossime elezioni regionali si caricano, nei fatti, di un particolare e forte significato politico che va ben al di là del loro essere “elezioni di medio termine” e dell’essere le prime elezioni amministrative generali dopo l’avvio della riforma federalista. In questo quadro si colloca l’iniziativa dei cattolici che dalle vicende della politica e della società civile non possono certo astrarsi, soprattutto nel momento in cui l’appello del Papa e dei vescovi per una “nuova generazione di politici cattolici” si fa – a ragione!- più forte, ripetuto ed insistente. Infatti, in questa situazione politica dilacerata da continue polemiche avanza da tempo, e si fa sempre più forte, il tentativo di imporre al Paese una radicale svolta in senso “zapaterista”: cioè radicalmente relativista e laicista. Si tratta di una nuova più subdola forma di totalitarismo, che partendo dall’utopia della libertà senza verità costituisce un gravissimo pericolo di perversione culturale ed antropologica per il principio stesso di dignità e di libertà della persona e, di conseguenza, per la stessa democrazia fondata sulla sovranità popolare e sul diritto naturale. Al riguardo Benedetto XVI ha affermato: “Una democrazia senza valori si trasforma in tirannia del relativismo, in una perdita della propria identità e, a lungo andare, può degenerare in totalitarismo aperto o insidioso.” E’, allora, nell’ottica della riaffermazione e della difesa dei valori che i cattolici debbono calibrare e orientare il loro impegno anche in occasione delle prossime elezione regionali. Sia per lo specifico significato politico che tali elezioni assumono, sia perché – nella prospettiva di un federalismo forte anche fiscale, fondato sulla responsabilità degli amministratori che dovranno essere capaci di rispettare gli indicatori di bilancio pena il loro fallimento politico – il ruolo delle Regioni sarà sempre più determinante sui temi fondamentali della politica della famiglia, della sanità, dell’educazione, del lavoro e dell’assistenza. Nel confronto politico sono più che mai, centrali, anche per la sopravvivenza della stessa democrazia, tutte le battaglie per i valori non negoziabili: dal tema della vita, con l’aborto l’eutanasia, la procreazione assistita, la clonazione; a quello della famiglia, dalla sua profonda crisi fino al matrimonio omosessuale; a quello della libertà di educazione, dall’insegnamento religioso nelle scuole pubbliche fino alla difesa della scuola cattolica; a quelli, infine, della solidarietà e della sussidiarietà, dal doveroso supporto alle famiglie, ai lavoratori ai ceti più deboli, ai giovani ed agli anziani fino alla lotta alla povertà ed ad una politica di accoglienza dell’immigrazione nella legalità e nella sicurezza per tutti. E’ attraverso questa lente che dobbiamo guardare al panorama politico italiano ed all’ormai prossimo confronto elettorale. Per quanto concerne il centrosinistra la situazione è più preoccupante ed inquietante che mai. E’ sotto gli occhi di tutti il radicale fallimento dell’originario progetto del Pd come fusione in un unico partito di cattolici e ex-comunisti nel nome della Costituzione. La condizione dei cattolici al suo interno è oggettivamente miserevole e quella degli ex-comunisti lo è quasi altrettanto. L’egemonia relativista, laicista e giustizialista, dilaga incontenibile nell’area di centrosinistra. Ogni capacità di iniziativa politica sembra persa. Il Pd ha, addirittura, dovuto subire l’imposizione esterna dei “candidati governatori” in due regioni chiave: nel Lazio da parte dell’iniziativa politica del laicismo radicale; in Puglia da parte dell’estremismo rosso-verde. La subalternità all’aggressività giustizialista è di tutta evidenza. Sembra non esistere più una sinistra sociale e popolare. Non meno complessa e contraddittoria appare la situazione dell’area di centro. “L’estremismo di centro” - per riferirsi allo slogan coniato dall’Udc – ha fatto dello scardinamento del bipolarismo un obbiettivo prioritario ed assoluto: ha finito così, nella logica tutta politica delle alleanze variabili e dell’“utilitarismo della vittoria”, con l’appannare ed il contraddire la stessa scelta identitaria che vuole posta alla base della propria esistenza. E’ oggettivamente impossibile per una forza politica di ispirazione cristiana, come ha recentemente ricordato anche Avvenire, “schierarsi, fianco a fianco, con i radicali di Pannella e Bonino a sostegno”, di esperienze e “candidati governatori” su posizioni radicalmente relativiste e laiciste, come la Bresso in Piemonte, senza perdere la propria credibilità. Anche la situazione del centrodestra non si presenta esente da contraddizioni e problematiche inquietanti:l’area politica che si richiama alle posizioni del Presidente della Camera non smette di martellare, senza tregua, su posizioni relativiste, laiciste e giustizialiste. E’, tuttavia, doveroso ricordare che si tratta di una posizione nettamente minoritaria nell’ambito del Pdl. Il centrodestra, nel suo complesso, si colloca su posizioni di forte antagonismo nei confronti dell’egemonia relativista. Ad attestarlo vi sono scelte e comportamenti specifici a sostegno dei valori non negoziabili come: la linea tenuta sul caso di Eluana Englaro, sul matrimonio omosessuale e sulla pillola abortiva “del giorno dopo”. Vi è poi, altrettanto importante, la scelta, ormai evidente e maggioritaria, per la linea dell’economia sociale di mercato, cioè di una impostazione economico-sociale fondata sui principi di libertà, solidarietà e sussidiarietà. IL significato politico e l’importanza della prossima tornata elettorale sono, dunque, fuori discussione. Ancora una volta per i cristiani, la scelta di presenza nella società e nella storia, significa combattere una battaglia in difesa della libertà di tutti, perché il nesso tra la difesa dei valori eticamente sensibili ed i principi di libertà, di democrazia e di solidarietà è assolutamente inscindibile.
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