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  UNA NUOVA GENERAZIONE DI CATTOLICI IN POLITICA

Data di pubblicazione: Martedì, 23 Marzo 2010

TRAGUARDI SOCIALI / n.40 Marzo / Aprile 2010 :: UNA NUOVA GENERAZIONE DI CATTOLICI IN POLITICA

Carlo Costalli

Il presidente della CEI, Cardinale Angelo Bagnasco ha rilanciato: “far sorgere una generazione nuova di italiani e di cattolici che (…)   avvertono la responsabilità davanti a Dio come decisiva per l’agire politico”. Il presidente dei Vescovi italiani si è posto sulla scia di Benedetto XVI che già a Cagliari, nell’autunno 2008, lasciò tutti di stucco invocando una “nuova generazione di laici cristiani impegnati”. Ora la discesa in campo del Cardinale Bagnasco ed in questi giorni, con parole analoghe, anche del Segretario di Stato Vaticano, Cardinal Bertone, avvicina ancora di più la sfida per il laicato cattolico, la rende impegnativa ed esigente. E i laici cattolici, organizzati in associazioni e in movimenti, ma anche semplici frequentatori delle realtà parrocchiali, non possono volgere lo sguardo altrove e far finta di non aver capito che queste “aperture di credito” non li riguardino. Innanzitutto perché la posta in gioco è molto alta. Abbiamo affermato più volte che non possiamo certo essere lieti della debolezza e della scarsa capacità dei politici, che si dichiarano cattolici e che sono distribuiti in più partiti, di incidere sulle scelte politiche istituzionali. E che questa debolezza non può essere compensata solo dall’autorevolezza del richiamo dei Vescovi sulle tematiche della bioetica e sui principali problemi sociali che interrogano il senso del bene comune. Una categoria propria della Dottrina Sociale della Chiesa profondamente contraddetta dalla pratica politica quotidiana, come appare anche in queste settimane. Ora però questa ricerca del ben comune deve avere un luogo dove va sperimentata e praticata. E’ prematuro pensare oggi ad un partito o ad una aggregazione di partiti anche se le elezioni regionali alle porte ci impongono, già adesso, scelte coraggiose e coerenti. E’ un problema che va affrontato in futuro con trasparenza, magari quando all’orizzonte si intravedono le elezioni politiche. Intanto incominciamo subito a smuovere gli interessi che si sono sedimentati anche nei nostri percorsi e nelle nostre esperienze comunitarie, e interroghiamoci sulle nostre fatiche quotidiane e su quanto tempo pensiamo di poter spendere in vista di questo “ritorno” alla politica. E ancora fare chiarezza: su quante energie pensiamo di poter dedicare a questo progetto, su quante pigrizie e quanti condizionamenti vanno spazzati via, su quante incrostazioni vanno “raschiate”, per fare spazio al “nuovo” che ci viene richiesto. Superando anche come abbiamo affermato al nostro Congresso nazionale: “la diffidenza di non pochi cattolici che non appaiono realmente convinti della necessità di un impegno forte nel campo dell’etica pubblica”. Mentre è indispensabile fare una decisa scelta per la “linea della presenza”. Con gente capace di superare il bivio tra utopia e disaffezione e ribaltando la prospettiva diffusa “che il cambiamento viene dall’alto” mentre, come ha affermato il Cardinale Bertone: “la sfida per la nuova generazione dei politici cristiani è quella del cambiamento dal basso, dal territorio, dalle comunità locali chiamate a contribuire al bene comune”. In attesa di “tempi migliori” un luogo dove questi processi si possono sperimentare è il Forum delle Associazioni di ispirazione cattolica nel mondo del lavoro, il cui compito primario è quello di rimettere al centro i valori ed il senso vero dell’azione sociale delle Associazioni che hanno avuto origine nel mondo cattolico, traducendoli in programmi concreti e realizzando le condizioni politiche e sociali per affermare e orientare le riforme necessarie, che facciano riferimento ai valori condivisi. Un compito importante che richiede in primis la formazione di una classe dirigente che approfondisca il senso della sua missione, prima ancora del come esercitarla in concreto. Un tema su cui il Forum è impegnato “con decisione”.

Carlo Costalli
Presidente Movimento Cristiano Lavoratori
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