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  L'INIZIO DI UN DIFFICILE PERCORSO DI NORMALIZZAZIONE

Data di pubblicazione: Lunedì, 16 Novembre 2009

TRAGUARDI SOCIALI / n.38 Novembre / Dicembre 2009 :: L'INIZIO DI UN DIFFICILE PERCORSO DI NORMALIZZAZIONE

A ZURIGO FIRMATO UNPROTOCOLLO TRA ARMENIA E TURCHIA

A sedici anni dalla chiusura delle frontiere, Turchia e Armenia hanno deciso di riallacciare i rapporti diplomatici sotto l’occhio attento di Stati Uniti, Russia, Unione Europea, Francia e Svizzera. Per i due Paesi la firma del protocollo potrebbe rappresentare il primo passo verso relazioni mutualmente vantaggiose: da una parte la Turchia potrebbe ottenere un’accelerazione dei negoziati di adesione all’Unione Europea, dall’altra l’Armenia, incastrata nell’intricato mosaico geopolitico del Caucaso e senza risorse petrolifere, potrà uscire dall’isolamento. Certamente con la firma di questo accordo si è proceduto verso la direzione auspicata dai grandi
attori della scena politica internazionale, in realtà il cosiddetto disgelo tra i due Paesi confinanti potrà avvenire con la soluzione dei problemi che determinano lo stallo delle relazioni armeno-turche. Il cuore del problema rimane fondamentalmente il riconoscimento de facto et de jure del genocidio
perpetrato dai turchi all’epoca dell’impero ottomano, quando un milione e mezzo di armeni vennero sterminati e deportati. Gli accordi sottoscritti a
Zurigo, dovranno essere ratificati da entrambi i parlamenti e questa fase, nonostante i governi detengano una larga maggioranza in parlamento, potrebbe impiegare più tempo del previsto viste le opposizioni all’accordo all’interno dei due Paesi. Il dibattito politico e sociale in Armenia e sulla diaspora nel mondo è stato caratterizzato dalla non accettazione di tale accordo in quanto lo stesso prevede la costituzione di una commissione storica che indaghi con “imparzialtà” e “rigore” sui fatti avvenuti agli inizi del secolo; lo scetticismo tra gli armeni è forte in quanto ciò significherebbe rivalutare una pagina storica tragica ma soprattutto metterebbe
nuovamente in discussione un fatto acclarato e inconfutabile. Come affermato da autorevoli storici e intellettuali, è come se la Germania non riconoscesse l’olocausto e decidesse di formare una commissione per verificare l’esistenza o meno di tale evento storico. In Turchia la situazione è diversa poiché l’opposizione e gli ultranazionalisti in particolare non vogliono che si sottoscriva alcun accordo con l’Armenia, a causa dell’invasione della
regione del Nagorno-Karabakh ai danni dell’Azerbaijan, stato fratello della Turchia e unito ad Ankara da motivi religiosi e culturali. Un ruolo chiave nella trattativa è stato svolto dagli Stati Uniti, nel portare due nemici di lunga data
a stringersi la mano e a firmare dei protocolli per stabilire relazioni diplomatiche e aprire le frontiere, come hanno tenuto a sottolineare gli stessi diplomatici Usa."C'era l'intesa che i protocolli avrebbero parlato per loro", ha detto Hilary Clinton, Segretario di Stato americano ai giornalisti, sull'aereo che la riportava a Londra in serata. "Hanno negoziato con puntiglio e sofferenza per molti mesi e alla fine della giornata questo è il risultato". I critici hanno sostenuto che la Clinton è stata messa da parte nell'amministrazione Obama sulle grandi questioni come l'Iran, l'Afghanistan e la pace in Medio Oriente, ma il suo viaggio europeo
che l'ha portata in Svizzera, Gran Bretagna, Irlanda e Russia ha mostrato delle aree in cui la sua personalità politica ha preso il sopravvento. La Clinton non ha voluto dire quali fossero i punti più insidiosi del negoziato turco-armeno, anche se per alcuni analisti l'Armenia ha cercato di usare la
parola "genocidio" con riferimento ai massacri, mentre la Turchia voleva inserire un riferimento alla controversia tra il suo alleato Azerbaigian e l'Armenia sull'enclave del Nagorno-Karabakh. "C'erano preoccupazioni da entrambe le parti", ha affermato la Clinton. "Diverse volte ho detto a tutte le parti che questo accordo era troppo importante e che il risultato era a portata di mano". A questo punto il puzzle non è ancora composto anche se la partita è finalmente iniziata.
VAROUJAN AHARONIAN
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